IL CASO

Toshiba, tutto da rifare: gli azionisti bocciano lo “spezzatino”

L’assemblea fa saltare il piano approvato dal top management appena qualche settimana fa. Lo scorporo in due società, una focalizzata sulle infrastrutture e l’altra sui dispositivi, mirava a sanare la crisi attraverso una riorganizzazione importante

Pubblicato il 24 Mar 2022

Domenico Aliperto

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Salta il piano che avrebbe dovuto dividere in due compagnie il conglomerato Toshiba. L’assemblea straordinaria convocata per varare un progetto più volte modificato negli ultimi mesi ha infatti bocciato a maggioranza la strategia del top management, avversata da investitori attivisti che avevano annunciato una controproposta.

Le difficoltà del top management

La versione più aggiornata del piano, proposta il mese scorso, prevedeva la divisione del gruppo in due società, una focalizzata sulle infrastrutture e l’altra sui dispositivi. La delicata partita era in corso ormai da tempo, e numerosi sono stati i colpi di scena in questa fase di transizione. A inizio marzo, il presidente e amministratore delegato Satoshi Tsunakawa si era dovuto dimettere e il suo posto è stato preso ad interim da Taro Shimada, il quale ha continuato a sostenere la necessità di un profondo cambiamento.

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Il management di Toshiba d’altra parte era già stato costretto a scartare una precedente proposta di spezzatino del gruppo a tre e ha presentato l’ultimo piano, che è stato messo ai voti durante l’assemblea straordinaria degli azionisti di ieri, come extrema ratio. Tra gli azionisti contrari anche a questa opzione c’erano i fondi di investimento esteri e la società di consulenza per procura con sede negli Stati Uniti Institutional Shares Services, che opponendosi hanno impedito all’assemblea di ottenere la maggioranza dei voti. Il piano infatti avrebbe dovuto raggiungere almeno il 50% dei consensi degli azionisti.

Le conseguenze dello stop e le ricadute in borsa

Si tratta di una grande battuta d’arresto per il management di Toshiba, che aveva difeso questo piano come meno costoso e più stabile. Un alto dirigente aveva definito la mossa come “l’ultima possibilità” dell’azienda per ristabilire il potere del proprio marchio e riconquistare la fiducia del pubblico.

Commentando l’esito dell’assemblea Toshiba in una nota si è limitata a riferire che il piano è stato bocciato. Il gruppo aggiunge che la società “farà del suo meglio per ripristinare la fiducia con gli azionisti e per riconsiderare le sue opzioni strategiche” per creare valore.

Nel corso delle contrattazioni a Tokyo il titolo è arrivato a cadere del 5% circa, salvo poi ritracciare a -0,50% a 4.761 yen a ridosso della chiusura.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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