LA CONFERMA

Tribunale dei brevetti, a Milano una delle sedi europee

Chimica, farmaceutica e biotecnologie le competenze in discussione. Parigi e Monaco di Baviera le altre due città ed è ancora aperta la “trattativa” sui rispettivi poteri. Le interrogazioni alla Camera sul caso

Pubblicato il 16 Mar 2023

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È confermato: Milano avrà una sede del Tribunale unificato dei brevetti (Unified Patent Court, Upc). Il problema è che non si conoscono ancora i poteri e le competenze di cui sarà dotata la struttura italiana. In ballo ci sono discussioni trilaterali con la Germania e la Francia, che ospita la divisione centrale dell’Upc.

Il nodo va fatto risalire al dopo Brexit, quando l’effettivo avvio dell’Upc sembrava essere ancora distante nel tempo, e l’Italia aveva acconsentito a una ripartizione provvisoria delle competenze che sarebbero spettate a Londra (Chimica, farmaceutica e biotecnologie) con Monaco di Baviera e Parigi. Una decisione sul caso è attesa “a breve”, mentre stamani si è riunita la Commissione Esteri della Camera per lo svolgimento di interrogazioni sulle trattative relative alla terza sede del Tribunale unificato dei brevetti (oltre che sul riadeguamento retributivo del personale a contratto del Ministero degli Esteri).

L’impasse tra Italia, Francia e Germania

“La competenza della divisione centrale dell’Upc assegnata a Londra era quella delle scienze della vita”, ha spiegato su Linkedin Laura Orlando, Italy managing partner e Global IP Head dello studio legale Herbert Smith Freehills. “Secondo le indiscrezioni, la proposta di Francia e Germania attualmente in discussione prevede che la divisione centrale di Parigi sia competente per le controversie farmaceutiche che riguardano gli Spc (certificati complementari di protezione) e Milano per i brevetti su cui non si basa un Spc. Questo approccio di sottrarre a Milano alcune competenze che appartenevano a Londra non ha alcuna base giuridica”, ha continuato Orlando, parlando di uno sconfinamento “non giustificato da un punto di vista giuridico. Inoltre, andrebbe contro gli interessi dell’industria farmaceutica e quindi, in ultima analisi, della salute pubblica”.

In pratica, la Francia ha tentato a far passare il concetto che la sede centrale dei Brevetti formalmente è una sola con due sezioni distaccate. Un’impostazione non accettata né dall’Italia né dalla Germania. “La soluzione proposta però è altrettanto complessa da attuare”, ha precisato Orlando. “Si ipotizza di dividere le cause sui brevetti farmaceutici, che sono quelle più ricche e quindi più ambite, tra quelle che riguardano brevetti dotati di un certificato di protezione complementare e quelle aventi ad oggetto brevetti che ne sono privi, ma una suddivisione su queste basi è priva di senso dal punto di vista pratico prima ancora che giuridico”. La partita dunque è ancora aperta, ma il riserbo, in ogni caso, dovrebbe essere sciolto a breve.

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