IL PARLAMENTO

Turchia, passa nella notte la legge “bavaglio” su Internet

Il Parlamento ha approvato le nuove norme che conferiscono al governo maggiori poteri di controllo sulla Rete. Sarà possibile bloccare siti senza l’autorizzazione del giudice. I provider avranno quattro ore di tempo per rimuovere i contenuti sotto accusa

Pubblicato il 10 Set 2014

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Il parlamento turco ha approvato nella notte nuove norme che danno al governo un maggiore controllo su internet, presentate lunedì sera come emendamenti a un decreto omnibus dal partito di governo, il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) guidato dal premier Recep Tayyip Erdogan.

In base alla modifica della legge in vigore finora la Tib, l’autorità turca per le telecomunicazioni, un organo che dipende dall’Esecutivo, potrà bloccare siti internet “per proteggere la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico e per prevenire reati” senza l’autorizzazione previa di un giudice. I provider avranno quattro ore di tempo per bloccare i siti o rimuovere i contenuti sotto accusa. Inoltre secondo gli emendamenti approvati, l’authority potrà monitorare direttamente quali utenti visitano quali siti e conservare il database con queste informazioni per due anni.

Finora solo i provider dovevano tenere traccia del traffico degli utenti e l’authority poteva solo su mandato di un giudice o nell’ambito di un’inchiesta penale. Turchia e Unione europea hanno più volte criticato, dopo il blocco di Twitter e Youtube negli scorsi mesi, la Turchia per le norme che danno al governo sempre maggiore controllo su internet.

Duri i commenti dall’estero. “Sono cattive notizie per la libertà” ha detto a Zaman online un portavoce della Commissione europea. La portavoce del Dipartimento di Stato Usa Marie Hard, citata da Cnn Turk, ha ribadito le preoccupazioni di Washington circa la libertà di stampa in Turchia. Il governo turco ha deciso questa settimana una ulteriore stretta sul controllo di internet dopo la normativa gia’ restrittiva adottata in marzo e definita ‘legge bavaglio’ dall’opposizione.

Alcuni emendamenti adottati a sorpresa nel quadro di un disegno di legge di portata piu’ ampia in parlamento – dove il partito islamico Akp al governo ha la maggioranza assoluta – hanno reintrodotto disposizioni tolte dalla legge precedente per iniziativa dell’allora capo dello stato Abdullah Gul, che aveva minacciato di non firmare. Le nuove disposizioni consentono al presidente dell’autorita’ delle telecom Tib, nominato dal governo, di bloccare entro 4 ore qualsiasi sito per motivi di “sicurezza nazionale”, “ordine pubblico”, o per “prevenire crimini”, senza che sia necessaria una decisione giudiziaria.

Le nuove norme permettono alla Tib anche di registrare e conservare le informazioni sul traffico web degli utenti. La legge di marzo era stata approvata a passo di carica dal parlamento dopo che su internet erano uscite rivelazioni compromettenti per l’allora premier islamico Recep Tayyip Erdogan, ora capo dello stato, coinvolto in uno scandalo di corruzione. Il governo aveva bloccato in marzo l’accesso a Twitter e Youtube, provocando una pioggia di condanne internazionali.

L’opposizione turca insorge. “La Turchia è diventata un paese nel quale si approvano in una notte emendamenti per governare il paese con metodi da Gestapo” ha detto a Zaman online il deputato socialdemocratico Erdal Aksunger. Il parlamentare ha ricordato che alcune settimane fa Erdogan aveva anche ipotizzato di trasferire le competenze della Bit ai servizi segreti del Mit.

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