IL CASO

Twitter, gli investitori fanno causa a Musk: “Ha manipolato il mercato”

L’accusa è di aver risparmiato 156 milioni di dollari non comunicando tempestivamente alla Sec di aver superato la soglia del 5% della società entro il 14 marzo

Pubblicato il 27 Mag 2022

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Gli investitori di Twitter fanno causa a Elon Musk. Il magnate di Tesla è stato citato in giudizio per il ritardo con cui ha comunicato alla Sec, la Consob statunitense, la sua partecipazione nella società di social media. La denuncia è stata depositata presso un tribunale federale della California.

Gli investitori sostengono che Musk abbia risparmiato 156 milioni di dollari non rivelando di aver acquistato più del 5% di Twitter entro il 14 marzo. Inoltre, Musk il fondatore di Tesla ha continuato ad acquistare azioni anche successivamente e alla fine, solo all’inizio di aprile, ha reso noto di possedere il 9,2% della società.

“Ritardando la comunicazione della sua partecipazione in Twitter, Musk ha manipolato il mercato e ha acquistato azioni di Twitter a un prezzo artificialmente basso”, hanno dichiarato gli investitori.

Né Musk né il suo avvocato hanno replicato. Anche Twitter ha rifiutato di commentare.
Gli investitori hanno affermato che il recente calo delle azioni di Tesla ha messo in “grave pericolo” la capacità di Musk di finanziare l’acquisizione di Twitter, dal momento che ha impegnato le sue azioni come garanzia per assicurare i prestiti di cui ha bisogno per acquistare la società.

Jack Dorsey lascia il board

Intanto Jack Dorsey, fondatore di Twitter lascia ufficialmente il board.  “Sono un fan di Jack – ha subito twittato Musk – Speravo che restasse nel consiglio di amministrazione ma capisco che deve andare avanti”. In novembre Twitter aveva infatti annunciato l’uscita di Dorsey alla scadenza del suo mandato, ovvero all’assemblea annuale degli azionisti che si è svolta mercoledi.

La di Musk per l’acquisto di Twitter sale a 33 miliardi

La causa degli arriva il giorno dopo la notizia che Elon Musk ha raccolto altri 6,25 miliardi di dollari di equity financing da destinare alla sua offerta di acquisto del social media Twitter. Grazie a questa operazione, l’imprenditore riuscirà ad abbassare ulteriormente l’importo preso in prestito dalle banche per completare l’affare. L’amministratore delegato di Tesla, che inizialmente aveva sottoscritto 25,5 miliardi di prestiti, li ha ridotti a 13 miliardi di dollari, secondo un documento registrato ieri dall’autorità americana dei mercati (Sec), che alleggerisce notevolmente il suo carico finanziario e che porta a 33,5 miliardi l’importo versato direttamente dal magnate e dai suoi partner. Il prezzo dell’acquisizione, accettato a fine aprile dal consiglio di amministrazione è stato di 44 miliardi di dollari, di cui quasi 20 provenienti dalla fortuna personale di Elon Musk e dalla vendita di azioni Tesla per un valore di 8,5 miliardi di dollari.

E più Musk si avvicina all’acquisizione di Twitter, più aumentano le iniziative che sembrerebbero dimostrare quanto alcuni degli stakeholder della piattaforma siano poco entusiasti all’idea dell’operazione. Oltre alla causa, nei giorni scorsi, gli investitori della società hanno  bloccato la rielezione di un alleato di Elon Musk al consiglio. Più precisamente, mentre nel consiglio di amministrazione è stato rieletto Patrick Pichette, socio accomandatario di Inovia Capital, il voto contrario è stato espresso contro Egon Durban, co-responsabile della società di private equity Silver Lake e membro del board dal 2020.

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