IL CASO

Uber files, la Ue chiede chiarimenti all’ex commissaria Kroes

Dopo le rivelazioni del Guardian secondo cui l’azienda avrebbe fatto pressione sui governi per imporsi nel settore dei taxi, la Commissione invia una lettera “per verificare le informazioni apparse nei media”. Interrogazione degli eurodeputati della Lega

Pubblicato il 11 Lug 2022

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La Ue chiede all’ex commissaria europea per il Digitale Neelie Kroes chiarimenti sull’affare Uber. La Commissione europea sta analizzando le informazioni che sono state pubblicate dal quotidiano Uk “The Guardian” sulle presunte pressioni da parte della società di ride hailing verso alcuni politici tra cui l’ex vicepresidente della Commissione Neelie Kroes che sarebbe intervenuta sul governo olandese.

“La Commissione ha deciso di inviare una lettera per verificare le informazioni apparse nei media”, ha annunciato il portavoce della Commissione europea, Balasz Ujvari, nel briefing quotidiano con la stampa. “Non siamo un tipo di istituzione che arriva alle conclusioni rapidamente, abbiamo cercando raggiungere l’ex vicepresidente con l’obiettivo di raccogliere informazioni”, ha precisato rispondendo a chi chiedeva di possibili conseguenze personali per l’ex commissaria.

L’inchiesta del Guardian

Secondo l’inchiesta del Guardian, Uber avrebbe messo in atto una potente campagna di lobbying nel corso degli anni per conquistare la propria posizione egemone nel mondo dei trasporti. Il quotidiano britannico sarebbe in possesso di circa 124mila documenti – noti come Uber Files – che avrebbero aperto la strada all’inchiesta. I documenti trapelati coprirebbero un periodo di cinque anni, durante i quali Uber era gestita dal suo co-fondatore Travis Kalanick. In quel periodo, Kalanick avrebbe cercato di forzare il servizio di taxi nelle città di tutto il mondo, anche “violando leggi e regolamenti sui taxi”, scrive il Guardian.

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Secondo il quotidiano, avrebbe “corteggiato con discrezione primi ministri, presidenti, miliardari, oligarchi e baroni dei media”. Tra le pieghe dell’inchiesta, emergono i nomi di Macron, Scholz e Biden. Per il Guardian, Macron “avrebbe aiutato segretamente Uber a fare lobbying in Francia”. Scholz – ai tempi sindaco di Amburgo e oppositore di Uber – sarebbe invece stato avvicinato per vincere le sue resistenze. Sulla scia dell’inchiesta, anche la Bbc ha fornito altri dettagli sull’azienda della Silicon Valley, definita “una delle più controverse” tra le aziende in rapida crescita in tutto il mondo: “perseguitata da casi giudiziari, accuse di molestie sessuali e scandali di violazione dei dati”.

Il network britannico sostiene che nei file ci sia l’evidenza di come l’ex commissaria europea per il Digitale, Neelie Kroes, sia stata “in trattative per unirsi a Uber prima della fine del mandato” per poi “segretamente esercitare pressioni per l’azienda”, che potenzialmente violava “norme etiche dell’Ue”.

L’interrogazione della Lega

“Le notizie relative agli Uber-files rese note dai media britannici e di tutto il mondo, sono inquietanti. Secondo quanto rivelato, Uber avrebbe tenuto un comportamento ingiustificabile sotto il profilo etico, le cui conseguenze legali dovranno essere attentamente valutate dalle autorità competenti”. Così in una nota l’europarlamentare Marco Campomenosi (capo delegazione Lega), primo firmatario dell’interrogazione condivisa dalla delegazione Lega.

“Non possiamo non esprimere preoccupazione – continua – in particolare, per gli articoli che denunciano l’esistenza di un legame tra la multinazionale e l’ex Vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Neelie Kroes durante l’esercizio del suo mandato dal 2010 al 2014: addirittura alcuni documenti sembrano rivelare che Neelie Kroes stesse negoziando il suo ingresso nel comitato consultivo di Uber mentre ancora rivestiva l’incarico di Commissario Europeo per l’agenda digitale; le mail divulgate sembrano suggerire che un’azione di Kroes a favore della multinazionale sia avvenuta sia mentre ricopriva il ruolo di Commissario che durante il successivo periodo di cooling off, al termine del quale ha cominciato a lavorare ‘ufficialmente’ per la società. Le istituzioni Ue non dovrebbero lavorare nell’interesse dei cittadini, anziché singole compagnie? Abbiamo presentato una interrogazione alla Commissione Europea: desideriamo sapere se l’Ue fosse al corrente di quanto rivelato, cosa intenda fare per rendere più stringente la normativa delle revolving doors, ma soprattutto, per una questione di trasparenza e correttezza verso i cittadini, chiediamo di rendere noti gli attuali rapporti dei componenti della Commissione con Uber. Bruxelles deve fare chiarezza quanto prima”.

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