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Ue, l’Acta al vaglio della Corte di Giustizia “nelle prossime settimane”

La Commissione europea ha istruito la pratica da sottoporre al tribunale. L’annnucio del commissario al Commercio estero Karel de Gucht

Pubblicato il 04 Apr 2012

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La Commissione Ue ha terminato oggi di istruire la pratica per sottoporre l’accordo internazionale Acta contro la contraffazione commerciale al giudizio legale della Corte di giustizia della Ue. Lo rende noto il commissario al Commercio estero Karel de Gucht chiedendo al Parlamento europeo – la cui Commissione competente ha bocciato l’Acta – di attendere l’opinione dei giudici prima di determinare la propria posizione. Concretamente, il caso arriverà alla Corte “entro le prossime settimane”.

Già un mese fa la Commissione Ue aveva deciso di adire alla Corte di giustizia sull’accordo commerciale contro l’Acta (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) per verificarne e chiarirne “la legalità”.

“È bene che la Corte Ue valuti tutti gli aspetti dei diritti fondamentali – aveva detto puntualizzato Gutch – Spetta alla Corte dare un orientamento e dire quali sono i limiti che la Ue deve rispettare”. I 27 stati membri della Ue hanno firmato l’Accordo internazionale contro la contraffazione su Internet, ma le ratifiche “sono nelle mani dei governi nazionali e saranno sospese fino al pronunciamento della Corte. Abbiamo l’intenzione di chiedere alla più alta Corte in Europa se Acta è in un modo o nell’altro incompatibile con i diritti e le libertà fondamentali dell’Ue come la libertà di espressione, d’informazione o la protezione dei dati personali”.

Secondo De Gucht, infatti, lo scopo dell’Accordo contro la contraffazione è "innalzare gli standard globali a difesa della proprietà intellettuale", che sono "già contenuti nella legislazione europea" ma che devono essere applicati anche dagli altri paesi, in modo che le società europee "possano difendersi" e proteggere i loro prodotti quando operano sui mercati internazionali. E "questo significa che Acta non cambierà niente nell’Ue, ma sarà importante per l’Ue", ha sottolineato il responsabile di Bruxelles, in quanto "non cambierà niente nel nostro modo di usare Internet nè farà chiudere siti, perchè non introduce nessuna nuova regola ma aiuta solo a far rispettare quanto è già legge oggi" aiutando al contrario a "proteggere posti di lavoro già persi a causa di merci contraffatte pari a un valore di 200 miliardi di euro sui mercati mondiali".

E ancora a proposito di Acta il 22 febbraio scorso sul suo account Twitter, il commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding, sottolineava che “per l’Unione europea, la libertà di espressione e la libertà di informazione sono diritti fondamentali, indipendenti da frontiere e mezzi tecnologici. Essi sono sanciti nella Carta dell’Unione europea dei Diritti fondamentali, che prevale su tutta la legislazione dell’Ue, ivi compresi gli accordi internazionali conclusi dall’Unione europea”.

Obiettivo dell’Acta, le cui trattative sono in corso dal 2008, è uniformare le leggi internazionali che regolano la proprietà intellettuale, in modo da poter disporre di metodi più efficaci per contrastare la pirateria e la contraffazione, soprattutto su Internet.

La decisione di Bruxelles arriva dopo il passo indietro formale di alcuni Paese membri. A febbraio il Parlamento tedesco ha deciso di rinviare la decisione sulla ratifica, giustificando la scelta con la volontà di analizzare in profondità la questione, allargando la discussione alla società civile e agli utenti di Internet. AncheLituania,Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia hanno deciso di rinviare l’approvazione.

Le proteste contro Acta erano partite già dal 2010, quando ci furono le prime reazioni da parte di alcuni utenti di Internet, preoccupati dagli effetti che l’accordo avrebbe potuto avere sulla libertà di espressione online.

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