Una app al giorno aiuta il medico di turno

Informazioni sanitarie rilevanti in pochi secondi che devono però essere protette dalla cybersecurity. La rubrica di Mario Dal Co

Pubblicato il 09 Ott 2015

Mario Dal Co, Economista

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Le app godono di buona salute, ma la salute delle persone ha qualche beneficio dalle app? Una prima risposta positiva viene dall’aureo libretto curato dalla Società Italiana di Telemedicina: App medicali nella borsa del medico, Milano 2015, curato da Macellari, Fouillouze, Gensini.

Le app stanno diventando strumenti di lavoro del medico, favoriscono la responsabilizzazione del cittadino, porteranno ad un superamento della visione tecnologica che attualmente sottende ancora la produzione normativa e il comportamento delle istituzioni in ambito sanitario. La definizione del fascicolo sanitario è ancora chiusa nella relazione “amministrativa” ASL-assistito, in un rapporto “a vita” superato dallo odierna mobilità geografica e professionale, in cui mancano, nella costruzione del fascicolo:i rapporti tra diverse ASL, le strutture e i professionisti privati, per non parlare delle informazioni provenienti dall’estero, come si vede dalla definizione. Ecco quella del sito AgID: “L’FSE è costituito, previo consenso dell’assistito, dalle Regioni e Province Autonome per le finalità di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione perseguite dai soggetti del SSN e dei servizi sociosanitari regionali che prendono in cura l’assistito” (http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/pubblica-amministrazione/sanita-digitale).

Si parte dalla definizione funzionale interna all’amministrazione (ASL) per allargarsi e giungere infine al cittadino-utente, non è più sufficiente nel quadro dello sviluppo tecnologico e non è adeguata alle attitudini degli utenti stessi. Come dimostra il libro citato, anche i medici vogliono una interazione utile, oltre che corretta sotto il profilo della security e della privacy. Utile significa che un medico, quando sta per affrontare una visita di un paziente o sta per effettuare un nuovo esame, deve poter disporre delle informazioni (esami e le diagnosi) in pochi secondi. Una velocità e una capacità di reperimento delle informazioni e di selezione, che solo un web semantico, veicolato da app specializzate, può dare. In sostanza, app e linked data rappresentano l’orizzonte tecnologico e di mercato in cui le informazioni sanitarie saranno rese disponibili agli utenti e anche ai professionisti. Questa rivoluzione è inevitabile, ma lo studio SIT richiama l’attenzione al tema del “leakage” dalle app dedicate alla salute verso società che raccolgono e rivendono le informazioni . E’ necessario che l’utente sia più consapevole dei diritti, dei rischi, dei doveri che la gestione dei dati comporta. E’ necessario per garantire questo sviluppo investire nella cybersecurity: è richiesta infatti una capacità di protezione dei dati di un ordine di grandezza superiore a quella attuale.

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