LA PROPOSTA

Un’Agenzia per l’alfabetizzazione digitale, Mulè: “Serve uno shock”

Il vicepresidente della Camera: “Bisogna diffondere conoscenze e rendere i cittadini partecipi della società”. Il sottosegretario Butti: “Paradossale il ritardo italiano. Le competenze al centro della strategia del Dipartimento”

Pubblicato il 18 Mar 2024

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Un’Agenzia per l’alfabetizzazione digitale: la proposta arriva da dal vicepresidente della Camera dei deputati, Giorgio Mulè (FI), in occasione del convegno “AB….D – Il cammino dell’Italia verso l’alfabetizzazione digitale”.

“Serve dare uno shock vero che riguardi l’alfabetizzazione digitale ma anche quella finanziaria – ha spiegato Mulè – L’idea è quella di costituire un’agenzia per l’alfabetizzazione digitale e finanziaria, che ha come compito la definizione pratica dei piani di alfabetizzazione con la loro implementazione a livello nazione e territoriale”.

Secondo Mulé, è arrivato il momento di “ripensare radicalmente l’alfabetizzazione nei settori, tenendo presente che non esiste una sola, ma diverse perché anno coniugate nei vari campi: finanziaria, assicurativa, previdenziale, fiscale”.

”Siamo in una fase di transizione, in cui abbiamo oggettivamente delle eccellenze ma anche dei baratri di arretratezza, causati da resistenze e anacronismi, dovuti a cattive pratiche, all’applicazione di pessime abitudini e da competenze scientifiche che quasi mai sono all’altezza”, ha osservato Mulè. Il ruolo di questa agenzia dovrebbe, quindi, ”essere quello di coordinare le attività a livello territoriale. Nella società di oggi fornire competenze e conoscenze vuol dire renderli quello che dovrebbero essere: cittadini partecipi, cioè partecipi della società”.

Fine ultimo dell’agenzia, ”oltre a quello generale di favorire l’accrescimento delle competenze digitali e finanziarie dei cittadini, è quello collaterale ma fondamentale di sviluppare una reale cittadinanza digitale attiva e garantire a tutti il pieno godimento dei diritti fondamentali che competono a ciascuno”, sottolinea il vicepresidente.

Nel medio periodo il risultato che l’Agenzia di potrebbe proporre di aggiungere ”è duplice: promuovere l’inclusione sociale dei cittadini e favorire la competitività del cittadino e del sistema paesi nel suo insieme, cercando di riallineare e migliorare il livello di competenze degli italiani al ruolo che più si compete al nostro sistema economico e politico”.

Butti: “Competenze al centro della nostra strategia”

“E’ paradossale per una delle otto principali economie globali avere un livello così basso livello di competenze digitali, tale da collocarci al 18esimo posto su 27 paesi dell’Ue. Il nostro Paese sconta le conseguenze di un mix letale di deficit demografico, mancati investimenti nella formazione del personale della PA e soprattutto politiche pubbliche timide o inefficaci nel contrastare questi problemi”, ha invece sottolineato il  sottosegretario per l’innovazione tecnologica Alessio Butti, in un messaggio inviato al convegno.

Il Dipartimento per la trasformazione digitali “ha messo le competenze digitali al centro della priorità del mandato. Al di là dei target che ci chiede il Pnrr, su cui siamo pienamente in linea, pensiamo che senza una popolazione digitalmente abile non possono esserci servizi digitali diffusi, tutele per i più fragili e sicurezza dei nostri dati”, ha detto Butti, ricordando che oltre a portare avanti Repubblica digitale, il Piano nazionale di formazione delle competenze digitali e collaborare all’avanzamento del servizio civile digitale, stiamo creando 3mila punti di facilitazione digitale e aprendo sedi decentrate del Dipartimento su tutto il territorio. Portiamo il digitale sui territori, formando le competenze necessarie”.

 

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