L'INTESA

Unidata, arrivano i fondi per realizzare il data center di Roma

La società ha siglato un accordo con il Fondo Infrastrutture per la Crescita – Esg: per la struttura Tier IV è stata stabilita l’erogazione di un investimento iniziale da 57 milioni di euro, con l’opzione di raddoppiare il progetto. Nasce la controllata Unicenter, partecipata al 25% dall’operatore Tlc. E nei primi tre mesi del 2023 taglio del nastro per l’Hyper Cloud Data Center di Aruba

Pubblicato il 22 Giu 2022

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Unidata ha sottoscritto un accordo di investimento con il Fondo Infrastrutture per la Crescita – Esg, istituito e gestito da Azimut Libera Impresa Sgr. La partnership consentirà a Unidata di realizzare – attraverso una società di scopo denominata UniCenterun green e neutral data center di livello Tier IV, con bacino di clienti nazionali e internazionali.

La struttura, si legge in una nota, avrà sede a Roma. Disporrà di un potenza di circa 16 Mw e di una capacità di 3.200 rack, per una superficie totale di 20 mila Mq, e punterà a utilizzare nella massima misura possibile fonti di energia rinnovabile. In tale contesto UniCenter opererà in modalità wholesale only mentre Unidata continuerà a prestare servizi e a svolgere attività nel settore data center in favore di clienti che richiedano di usufruire di servizi di data center con una potenza inferiore a 30kw.

Le componenti finanziarie del progetto

La costituenda UniCenter sarà partecipata al 75% dal Fondo e al 25% dall’operatore di Telecomunicazioni, Cloud e servizi IoT. L’investimento iniziale atteso per la creazione del green data center sarà di 5,7 milioni di euro da parte di Unidata e di 51,3 milioni da parte del Fondo, con l’opzione di raddoppiare il progetto.

L’iniezione di capitale verrà effettuata dai soci mediante conferimenti in equity, strumenti finanziari partecipativi o altri strumenti di “simil-equity” nonché attraverso l’utilizzo della leva finanziaria. L’accordo di investimento prevede che Unidata abbia la gestione operativa di UniCenter e contiene altresì clausole di lock-up e restrizioni sul trasferimento delle partecipazioni in linea con la prassi di mercato.

Il ruolo di Unidata

Alla data del closing Unidata e UniCenter sottoscriveranno un contratto di servizi ai sensi del quale Unidata fornirà i propri servizi a UniCenter a condizioni di mercato. “Siamo orgogliosi di questo accordo per la realizzazione di quello che sarà uno dei primi green data center del Paese, un progetto ambizioso che rinnova il nostro impegno verso la sostenibilità, permettendo ai clienti nazionali ed internazionali che lo utilizzeranno per le loro esigenze di cloud e storage di ridurre al minimo l’impatto ambientale”, commenta Renato Brunetti, Presidente di Unidata. “Vorrei sottolineare come il nostro ruolo in questo progetto, possibile grazie alla collaborazione con il Fondo, è quello di partner industriale e abilitatore della tecnologia alla base del data center, occupandoci in prima persona della parte di gestione operativa e dello sviluppo del piano industriale”.

Il progetto di Aruba

Hyper Cloud Data Center, il più grande data center campus di Roma, sarà pronto entro il primo trimestre del 2023. A darne l’annuncio è Aruba  nel corso di Namex 2022, l’evento annuale organizzato dal più importante Internet Exchange Point del centro Italia.

In un’area di 74.000 m² interamente proprietaria, a pieno regime Hyper Cloud Data Center (IT4) comprenderà 5 edifici data center indipendenti da 6 Mw ciascuno, per un totale di 30 Mw di potenza IT ed un livello di ridondanza 2N o superiore e collegamenti backbone da 100 Gbit/s tra i Data Center Aruba e i principali Neutral Access Point. Un duplice obiettivo: rispondere alle esigenze del settore privato e della Pubblica Amministrazione, offrendo loro soluzioni tecnologiche personalizzate di livello hyperscale, e servire al meglio il Centro e Sud Italia, in linea con quanto previsto dal PNRR che al Mezzogiorno sta destinando il 40% dei fondi disponibili.

Come tutti i Data Center del network, anche Hyper Cloud Data Center rispetterà i massimi livelli di qualità infrastrutturale, sfruttando le migliori soluzioni per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Il Campus sarà completamente ecologico grazie all’utilizzo di energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili, certificata a livello europeo tramite Garanzia di Origine (Certificazione GO) e autoprodotta in loco grazie alla presenza di impianti fotovoltaici e l’utilizzo di sistemi di raffreddamento ad efficienza ottimizzata (free-cooling).

Hyper Cloud Data Center sorgerà nell’area del Tecnopolo Tiburtino (Roma Est) all’interno di un’area in cui già convogliano numerose altre aziende innovative e – insieme alle altre strutture del network Aruba – permetterà la progettazione e l’attivazione di soluzioni di Trust Services, Cloud e Data Center ad altissima efficienza, garantendo sia la continuità operativa che l’attivazione di soluzioni di Disaster Recovery. Ogni cliente avrà l’opportunità di decidere dove collocare la propria infrastruttura primaria o secondaria data l’interconnessione delle strutture e la presenza di altri Data Center proprietari su tutto il territorio nazionale, scegliendo tra soluzioni di colocation, cloud o ibride.

Il Campus tecnologico, infatti, va ad aggiungersi agli altri della rete europea di Aruba che include Global Cloud Data Center – il data center campus di Ponte San Pietro (BG), i due Data Center di Arezzo, il Data Center di Ktiš (Repubblica Ceca) ed ulteriori strutture partner in Germania, Francia, Inghilterra, Repubblica Ceca e Polonia.

“Sfruttare la tecnologia per migliorare la sostenibilità è una priorità per l’intero comparto Ict. I lavori del nuovo polo tecnologico romano procedono in questa direzione, con l’obiettivo di consolidare la nostra posizione di fornitore di servizi IT di livello enterprise e progettare il più moderno ed ecologico network di data center d’Italia – ha spiegato Alessandro Bruschini, Responsabile Infrastrutture di Aruba – Hyper Cloud Data Center lavorerà in stretta sinergia con tutta la rete di data center Aruba, andando ad ampliare la nostra presenza sul territorio nazionale e presidiando, nello specifico, anche il centro e Sud Italia, ponendosi come interlocutore preferenziale per PA centrale, aziende ed Enti del territorio.”

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