BANDA LARGA

Vale 389 miliardi di euro la mancata realizzazione della banda ultralarga

Secondo il report dell’Osservatorio “I costi del non fare” l’infrastruttura avrà un impatto decisivo sul Sistema Paese. L’analisi di Andrea Gilardoni e Maurizio Bellini

Pubblicato il 22 Gen 2016

Andrea Gilardoni-Presidente e fondatore di Agici; Maurizio Bellini-Osservatorio

digitale-160121105937

L’importanza di dotare il Paese di una moderna rete a banda ultralarga (BUL) è ormai nota ai più. Dato il ritardo dell’Italia su tale fronte potrebbe essere lecito chiedersi quale costo opportunità stiamo pagando per l’inerzia allo sviluppo della BUL. L’Osservatorio “I Costi del Non Fare” (CNF) da anni analizza e monitora il costo della mancata realizzazione delle infrastrutture in Italia. Dal Rapporto 2015 emerge che la BUL, con circa 389 miliardi di euro, è l’infrastruttura con il maggiore Costo del Non Fare, cioè con i maggiori costi in termini di potenziali mancati benefici.

Il risultato è stato ottenuto determinando il fabbisogno di copertura di reti a Banda Ultralarga derivante dal confronto tra la situazione attuale (Scenario di Base) e quella di raggiungimento degli obiettivi (Scenario di Policy). Lo Scenario di Base considera il mantenimento dei livelli di copertura e di penetrazione a fine 2014: la copertura della rete resta pari al 36% della popolazione, la penetrazione è, invece, pari al 4% della popolazione. Lo Scenario di Policy adottato per calcolare il CNF è coerente con gli obiettivi al 2020 di copertura e penetrazione della “Strategia italiana” e dell’Agenda Digitale Europea. L’obiettivo di Policy prevede di raggiungere una copertura ad almeno 30 mbps tendente al 100% della popolazione entro il 2020. Essendo i benefici generati dai servizi a BUL derivanti dal tasso di adozione della tecnologia, la Policy si concentra inoltre sull’ipotesi di raggiungimento di una percentuale di penetrazione del 100% al 2030. I potenziali benefici considerati nell’analisi si riferiscono sia agli impatti diretti generati nella fase di realizzazione dell’infrastruttura, sia gli impatti indotti, generati dalla possibilità di usufruire di servizi innovativi ad alto valore aggiunto. In quest’ultimo caso, l’analisi ha considerato 7 servizi applicativi abilitati o fortemente migliorati dalla Banda Ultralarga, per i quali si ipotizza una più estesa adozione grazie alla nuova rete.

Per ognuno dei servizi citati sono stati calcolati i benefici indotti derivanti da uno scenario di adozione (percentuale di utenti che utilizza i servizi) favorito dalla rete a Banda Ultralarga. Tali benefici possono essere categorizzati come segue:

• Mobilità sostenibile. Tale beneficio, pari a 98 miliardi di €, deriva dalla diminuzione degli spostamenti che alcuni servizi permettono, riducendo costi di trasporto, tempi ed emissioni acustiche e inquinanti. Ad esempio, i servizi di e-health consentono di evitare una parte dei viaggi dei pazienti cronici verso la struttura sanitaria; il telelavoro evita una quota degli spostamenti da e verso il luogo lavorativo permettendo ai dipendenti di svolgere l’attività lavorativa da casa; l’e-commerce permette di evitare gli spostamenti per l’acquisto di prodotti; infine la telepresenza permette di evitare i viaggi aziendali finalizzati ad incontri lavorativi.

• Aumento dell’efficienza (riduzione dei costi). L’impatto in termini di efficienza, cui corrisponde il beneficio più elevato pari a 342 miliardi di €, è legato alla riduzione dei costi in vari settori economici. Il telelavoro, ad esempio, consente alle imprese di risparmiare i costi legati alla postazione lavorativa, in particolare spazi, arredi e consumo di energia; i servizi di cloud computing consentono alle imprese di ridurre le spese associate alle attività IT, pagando solo per la potenza di calcolo o di archiviazione dati effettivamente utilizzata; il Fascicolo sanitario elettronico e l’Assistenza sanitaria remota possono ridurre i costi per il sistema sanitario e per l’utente, riducendo i ricoveri non necessari per i malati cronici ed evitando tempi di attesa in coda per i pazienti; infine, la formazione universitaria a distanza permette agli studenti fuori sede di evitare i costi di trasferimento.

• Produttività del lavoro. Tale beneficio è stimato in circa 88 miliardi di €. Si evidenzia, ad esempio, un aumento della produttività per i dipendenti telelavoratori, legato al minore stress per spostamenti e a un maggior grado di responsabilizzazione; la telepresenza, inoltre, impatta positivamente sulla produttività, aumentando la collaborazione e permettendo di prendere decisioni condivise in modo più rapido

Le voci di costo considerano, in primo luogo, gli investimenti per lo sviluppo dell’infrastruttura. Tali costi sono stati stimati dal Mise nella “Strategia italiana per la banda ultralarga” e sono pari a 12,3 miliardi di € da qui al 2020 (circa 11,1 miliardi di € attualizzati al 2015) e possono essere sostenuti da soggetti privati o pubblici per il raggiungimento degli obiettivi. Sono stati poi considerati i costi dei servizi digitali, comprensivi di costi di implementazione e manutenzione delle piattaforme e degli oneri per i device utilizzati, e i costi addizionali per usufruirne (Pc, tablet, etc.).

Dall’analisi effettuata dall’Osservatorio CNF emerge quindi che la rete a banda ultralarga ha un grande impatto positivo economico, sociale ed ambientale sul Sistema Paese. A ciò si aggiunga che l’analisi effettuata per tale settore è basata su un campione limitato di servizi che riteniamo possano trarre un vantaggio da un aumento di performance della rete in termini di usabilità e di tassi di adozione. L’impatto indiretto della banda ultralarga potrebbe essere quindi di gran lunga maggiore, soprattutto considerando l’elevata pervasività degli effetti dei servizi digitali da essa abilitati. Le applicazioni che ne scaturiscono interessano infatti potenzialmente ogni ambito economico ed ogni settore, con modalità che attualmente risultano difficili da prevedere.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 4