IL CASO

Vetrya, il titolo crolla: rosso di 13 milioni e bufera giudiziaria

Semestrale in forte ribasso per la società guidata da Tomassini finita fra l’altro nel mirino della Procura di Milano che ha emanato un decreto di sequestro per 109mila euro nell’ambito del filone di inchiesta per gli addebiti occulti ai clienti WindTre

Pubblicato il 30 Set 2021

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Crolla il titolo di Vetrya a Piazza Affari. La società guidata da Luca Tomassini in mattinata ha lasciato su strada il 9,47% a 0,86 cent e il titolo è stato sospeso per eccesso di ribasso. A pesare i pessimi risultati emersi dalla semestrale: rosso di oltre 13 milioni, patrimonio netto negativo di bilancio per 11,3 milioni. I ricavi consolidati sono scesi da 21,5 milioni a 4,77 milioni, l’ebitda consolidato né negativo per 3,65 milioni e la posizione finanziaria netta ammonta a 16,29 milioni dai 12,58 milioni al 31 dicembre 2020.
Numeri che hanno costretto l’azienda a ricorrere alla procedura concorsuale per garantire la continuità aziendale. E sarà necessario dunque nuovo piano industriale considerato che quello approvato a inizio anno non sarà più realizzabile. Il cda sarà convocato entro una decina di giorni.

Ma non sono solo i conti a impattare sul valore del titolo: l’azienda, insieme con Accenture, è finita nel mirino della Procura di Milano nell’ambito del filone d’inchiesta relativo agli addebiti “occulti” a carico dei clienti di WindTre – 9 centesimi per la semplice visualizzazione di alcune pagine Internet. La Procura ha disposto il sequestro di 109.254 euro per Vetrya e di 204mila euro per Accenture. Luca Tomassini sarebbe indagato per l’ipotesi di frode informatica, insieme agli ex direttori amministrativo Alessandro Prili e operativo Simone Polverini. In una nota Vetrya sottolinea confida di “poter dimostrare a breve di non aver mai avuto alcun coinvolgimento diretto nella presunta truffa contestata” e ribadisce di “aver avuto semplicemente un ruolo di aggregatore commerciale che non ha mai interagito  con il processo di erogazione dei servizi”.

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