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Transizione digitale, via al Citd: sul piatto 5,4 milioni, task force da 60 esperti

Il team si comporrà di 25 figure selezionate tra il personale della PA in comando o fuori ruolo e 35 esterni. Stanziati 2,2 milioni per il 2021 e 3,2 per il 2022

Pubblicato il 26 Feb 2021

Palazzo_Chigi_-_Roma_(2010)

Si allargano le competenze del Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd), si specifica il numero del personale addetto e vegnono stanziate risorse ad hoc. Lo prevede il dl Ministeri, licenziato dal Consiglio dei ministri di oggi.

Nella prima versione del provvedimento era previsto che il Comitato avrebbe dovuto occuparsi “delle decisioni strategiche necessarie a garantire la coerente e puntuale declinazione della strategia nazionale per la transizione digitale”. Ora invece vengono riportate competenze assai più specifiche: “Esame delle linee strategiche, delle attività e dei progetti di innovazione tecnologica e transizione digitale di ciascuna amministrazione, anche per valorizzarli e metterli in connessione tra loro in modo da realizzare efficaci azioni sinergiche; esame delle modalità esecutive più idonee a realizzare i progetti da avviare o già avviati; monitoraggio delle azioni e dei progetti in corso volto a verificare lo stato dell’attuazione delle attività, individuare eventuali disfunzioni o criticità e, infine, elaborare possibili soluzioni e iniziative”.

Inoltre sono ricomprese prioritariamente nelle materie di competenza del Comitato le attività di coordinamento e monitoraggio dell’attuazione delle iniziative relative:

a) alla strategia nazionale italiana per la banda ultralarga, alle reti di comunicazione elettronica satellitari, terrestri mobili e fisse;

b) al fascicolo sanitario elettronico e alla piattaforma dati sanitari;

c) alle iniziative per lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie emergenti dell’intelligenza artificiale, dell’internet delle cose (IoT) e della blockchain.

Il decreto stabilisce anche il numero di addetti che andranno a lavorare nel Comitato: saranno 60, 25 tra il personale della Pubblica amministrazione in comando o fuori ruolo e 35 esperti della materia non dipendenti della PA. A tal fine vengono stanziati 2,2 milioni di euro per il 2021 e 3,2 nel 2022.

Del Cidt faranno parte il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi o dal ministro delegato per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, dal ministro dell’Economia e delle finanze, dal ministro della Transizione ecologica, dal ministro dello Sviluppo economico, dal ministro della Salute. Della Cultura e del Sud e Coesione territoriale.

Quando si trattano materie che interessano le Regioni e le Province autonome, potranno partecipare ai lavori il presidente della Conferenza delle Regioni o un presidente di Regione o di Provincia autonoma da lui delegato e, per i rispettivi ambiti di competenza, il presidente dell’Anci e il presidente dell’Upi.

Presso la presidenza del Consiglio sarà costituita la segreteria tecnico-amministrativa del Citd con funzioni di supporto e collaborazione per la preparazione e lo svolgimento dei lavori e per il compimento delle attività di attuazione delle deliberazioni del Comitato.

Possono essere chiamati a partecipare ai lavori della segreteria tecnico-amministrativa rappresentanti delle pubbliche amministrazioni partecipanti al Comitato, che prestano la loro attività a titolo gratuito.

Per il ministro della PA, Renato Brunetta, la nascita dei Comitati interministeriali – oltre a quello per la transizione digitale, il decreto istituisce anche quello per la transizione ecologica sono un bene. “Sono pronto a lavorare immediatamente con il presidente Draghi e con gli altri ministri: semplificazione, efficienza e modernizzazione della PA sono il presupposto indispensabile delle transizioni per costruire l’Italia del futuro”, ha detto.

“Con il Consiglio dei Ministri odierno è stato ufficialmente creato il nuovo Ministero per la transizione Ecologica – evidenzia il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli – Una promessa che avevamo fatto ai cittadini per rendere la politica industriale del Paese improntata al Green New Deal europeo. Una scelta di campo che caratterizza fortemente l’azione del Governo e che sposta molte competenze del Ministero dello Sviluppo Economico in materia energetica”.

“La transizione, sia ecologica sia digitale, è un processo complesso – ha spiegato – che dovrà essere gestito senza creare shock ai sistemi produttivi. La visione deve essere però chiara anche a livello istituzionale. Oggi senz’altro abbiamo fatto un primo passo in continuita’ con quanto gia’ realizzato nell’ultimo anno, in particolare con il Piano Nazionale transizione 4.0 e con il Superbonus 110%”.

“Le sfide che ci attendono e le decisioni che prenderemo tutti assieme segneranno il futuro, oggi come non mai. Questa è un’eredità importante – conclude Patuanelli – che lasceremo alle prossime generazioni a prescindere dai nomi e da chi siede nei Ministeri”.

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