Video-advertising, Urrai: “Tra desktop e mobile un abisso, servono asset ex novo”

La senior sales manager di Teads Italia a CorCom: “Finora applicate logiche antiche a un mezzo moderno: serve vision ad hoc per i movie ads sui device portatili. Ma gli investimenti ancora non decollano”

Pubblicato il 14 Apr 2016

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“Creare un’esperienza pubblicitaria sostenibile e non fastidiosa per gli utenti dovrebbe essere una promessa dell’intero mercato“. Ne è convinta Donatella Urrai, Senior Sales Manager & Head of International di Teads Italia che, intervistata da CorCom, spiega gli ultimi trend dell’advertising video da mobile. La manager della filiale italiana della compagnia leader dei formati pubblicitari video native descrive un segmento pubblicitario in cui gli investimenti stentano a decollare, ma rispetto al quale la diffidenza dei marchi e dei brand, siano essi piccoli o grandi, sembra essere ormai solo un ricordo.

Il livello di penetrazione della tecnologia mobile tra gli utenti è in continuo aumento, mentre gli investimenti in advertising su questo canale crescono ma ad un ritmo minore. Perché?

Le motivazioni sono molteplici. Sicuramente quella più evidente è stata fino a poco tempo fa la mancanza di formati pubblicitari interessanti e soprattutto adatti alla fruizione da mobile, ben diversa di quella da desktop. C’è la necessità di proporre agli inserzionisti formati pensati in primis per questi device. Finora i brand hanno incontrato spesso questo grosso ostacolo, ossia la scarsa creatività o la funzionalità limitata delle soluzioni offerte.

Formati troppo invasivi che disturbavano la navigazione dell’utente, rendendo paradossalmente negativa la comunicazione del brand. Oppure formati troppi piccoli, non adatti ad esprimere a pieno la potenza di comunicazione di un marchio. Senza dimenticare il posizionamento: i vecchi formati finivano nella parte alta o bassa dello schermo, mentre l’attenzione dell’utente va in primis al centro. In sostanza, sono state applicate logiche non mobile al mobile. Gli utenti non devono essere disturbati, questa è la prima regola. Bisogna trovare le giuste formule, ma servono gli investimenti.

Le aziende, a prescindere dalla loro grandezza, sono ancora diffidenti rispetto alle potenzialità dell’advertising mobile?

Fino a poco tempo fa i formati erano poco interessanti e scarseggiavano gli strumenti di misurabilità sul mobile rispetto a quelli disponibili per il desktop. Oggi invece sia chi predispone le campagne sia chi deve investirci le risorse ha capito che è necessario partire dagli asset. La logica mobile deve coprire l’intero processo ex novo, non deve essere adattata a qualcosa che già esisteva.

Dirette Facebook: un veicolo importante per il futuro dell’advertising?

Si, ma serve il modo giusto per capire come veicolare la pubblicità su un mezzo innovativo come Facebook Live. Sicuramente è benvenuto tutto ciò che porta nuove opportunità di posizionamento per i brand. Però, non dobbiamo perdere di vista gli utenti perché la customer experience resta la chiave di successo di qualsiasi strategia pubblicitaria, specialmente sui device portatili. L’innovazione è sempre un driver importante e le Amp di Google ne sono una prova evidente. Non a caso, noi ci siamo subito adoperati per sfruttare le nuove frontiere offerte dalla compagnia californiana e siamo i primi player a operare sulla piattaforma. La tecnologia può aiutare a rendere sostenibile l’intero ecosistema della pubblicità video, conciliando le esigenze di inserzionisti e utenti.

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