TASSE SUL DIGITALE

Web tax, Paolo Coppola: “Ora deciderà la Ue”

Il deputato Pd tra i contrari alla norma: “La tassazione delle imprese digitali non si può affrontare in solitaria, va affrontata a livello europeo”

Pubblicato il 17 Mar 2014

coppola-140227171401

«Nessuna fuga in avanti: temi come quelli della web tax vanno affrontati a livello europeo e internazionale, non può essere un Paese da solo a farsi la sua legge». Così Paolo Coppola, deputato del Pd, commenta l’abrogazione della normativa mirata ad obbligare chi vende pubblicità online in Italia ad aprire partita Iva italiana. Una battaglia durata mesi: voluta dal suo collega di partito Francesco Boccia, la norma era stata approvata a fine dicembre nell’ambito della Legge di Stabilità, poi era stata rinviata a luglio e infine è stata cancellata dal Dl numero 16 del 6 marzo 2014. È invece in vigore dal primo gennaio il ruling, ovvero la tracciabilità dei pagamenti online, sempre proposta da Boccia. Ma per ora niente obbligo di partita Iva in Italia per Google & company. “Avrebbe avuto ricadute assai negative sulla gracile economia digitale del nostro Paese” sostiene Coppola.

Perché?

Premetto che la web tax ha avuto il pregio di sollevare e portare all’attenzione del grande pubblico una questione importante, ma a mio parere lo ha fatto nel modo sbagliato. Per l’ennesima volta si è messo in evidenza il lato negativo dell’economia digitale, invece di cercare di cogliere le opportunità che è in grado di offrire o tentare di fare sistema per farla crescere e sviluppare. In passato c’è stato questo approccio, anche da parte di membri del mio partito, per cui, quando ci si occupava della materia, si evidenziavano solo gli aspetti negativi.

Per quali motivi?

Mancanza di competenze interne e scarsa familiarità con il digitale, che cambia in maniera estremamente veloce. Se non lo si conosce, è possibile restarne intimoriti invece di provare a comprenderlo.

Boccia, promotore della norma, ha sempre puntato ad evidenziarne i vantaggi per la nostra economia.

Non condivido la sua analisi ma non posso nemmeno essere certo che la mia sia giusta. Ognuno fa le proprie scelte in base al background culturale, alle proprie esperienze e intuizioni.
Però la web tax ha creato una spaccatura all’interno del Pd. Come è potuto succedere?
Sono semplicemente emersi punti di vista diversi. Meno male che è così: è normalissimo e legittimo che in un grande partito come il nostro emergano opinioni e metodi diversi per affrontare un problema.

Adesso cosa accadrà?

Spero che la questione sia affrontata a livello europeo, come abbiamo chiesto fin dall’inizio. Anzi, temi come questi andrebbero affrontati in ambito internazionale: una delle caratteristiche di Internet è proprio quella di spostare inevitabilmente alcune tematiche sul piano internazionale. Fortunatamente noi abbiamo uno strumento come quello dell’Europa attraverso il quale possiamo discutere almeno a livello sovrannazionale. È in arrivo il semestre europeo: mi pare ci siano tutte le condizioni per trovare una soluzione ragionevole e comune a tutti i Paesi della Comunità europea.

E cosa si dovrebbe fare in concreto?

Va trovato un meccanismo che mantenga la possibilità di libero scambio all’interno dell’Unione ma che eviti il drenaggio fiscale troppo accentuato. Non posso dire che ho la soluzione, se l’avessi avuta l’avrei proposta. Però di una cosa sono certo: non ci deve essere un solo Paese che fa cose diverse dagli altri.

Però la Francia è già andata avanti per la sua strada. Cosa risponde a chi sostiene che bisogna muoversi singolarmente perché la Ue tarderà a intervenire?

Ritengo che si debba cercare di utilizzare gli strumenti democratici a livello europeo e fare le cose insieme, non le fughe in avanti. Peraltro la Francia ha spesso ha avuto approcci al digitale che non condivido: non è il primo esempio che mi viene in mente se devo pensare a un Paese che abbia un buon rapporto con l’economia digitale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati