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Wi-Fi di luce nello Spazio per comunicazioni più sicure

Finanziato dall’Esa con 700mila euro il progetto “Tows” ultilizzerà tecnologia wireless capace di trasmettere i dati attraverso le onde luminose invece che tramite quelle radio. In campo anche la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Thales Alenia Space

Pubblicato il 24 Set 2019

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Portare un Wi-Fi di luce sui satelliti per le telecomunicazioni in orbita nello spazio per permettere comunicazioni di bordo sicure e protette dalle interferenze, senza il peso dei cavi: è questa la sfida del progetto “Transmission of Optical Wireless signals for telecom Spacecrafts” (Tows), finanziato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) per un importo di circa 700.000 euro, con il coordinamento di Ernesto Ciaramella, docente di Telecomunicazioni dell’Istituto TeCIP di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Al centro del progetto, che ha come partner Thales Alenia Space, c’è una tecnologia wireless ottica capace di trasmettere i dati attraverso le onde luminose al posto di quelle radio.

Siccome la luce non può attraversare le pareti, rappresenterebbe una soluzione ideale per tutte quelle situazioni che hanno bisogno di elevata sicurezza e schermatura da interferenze esterne e per gli ambienti all’interno dei quali le onde radio possono disturbare il funzionamento di altre apparecchiature.

L’uso di comunicazione wireless consentirebbe soprattutto di rimuove le numerose connessioni fatte con i cavi, che rendendo il satellite più pesante e aumentano notevolmente i tempi di assemblaggio e test. Il progetto Tows mira a dimostrare l’idoneità della tecnologia per la trasmissione senza fili dei dati tra differenti apparati dei satelliti di telecomunicazione e prevede la realizzazione di un dimostratore finale.

“In questo progetto si sviluppano soluzioni per le comunicazioni a bordo dei satelliti, ma altre linee di ricerca prevedono anche la comunicazione ottica tra i satelliti e le stazioni di terra: in questo ultimo caso – spiega Ciaramella – queste tecnologie si rendono necessarie perché vi è una crescente richiesta di banda, per esempio allo scopo di trasferire le informazioni di osservazione della terra”.

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