IL MERGER

Wind-3 Italia: ipotesi Ipo per la nuova società

Proseguono le trattative tra Vimpelcom e Hutchison Whampoa. Bloomberg: l’eventuale quotazione dopo la fusione

Pubblicato il 27 Mag 2015

A.S.

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La società che dovrebbe nascere dalla fusione tra Wind e 3 Italia, dando vita al principale operatore mobile per numero di clienti nel nostro Paese, potrebbe essere quotata. E’ quanto riporta l’agenzia Bloomberg, citando fonti anonime vicine al dossier. Vimpelcom e Hutchison Whampoa, proprietari dei due operatori, sono in trattativa per fondere le loro attività sul mercato italiano. L’eventuale quotazione avverrebbe successivamente alle “nozze”.

Dopo un rincorrersi di indiscrezioni, le trattative tra i due gruppi erano state confermate ufficialmente nelle scorse settimane da una nota dall’azienda guidata da LI Ka-Shing e dal nuovo ceo di Vimpelcom“, Jean Yves Charlier.

Secondo le voci circolate negli ultimi giorni, per guidare la società sarebbe in pole position Maximo Ibarra, attuale ceo di Wind, mentre a Vincenzo Novari che è alla guida di 3Italia, sarà destinato un posto nel Consiglio d’amministrazione del nuovo operatore e il compito di sovrintendere alle attività in Italia del miliardario Li Ka-Shing, a capo di Hutchison Whampoa.

I negoziati tra Hutchison e Vimpelcom sarebbero così focalizzati in questo momento sulla struttura della nuova entità, che arriverebbe a contare su 30 milioni di clienti in Italia e circa 6,4 miliardi di euro di ricavi secondo i dati 2014.

Un merger tra i due asset sancirebbe la nascita del più grande operatore mobile italiano per numero di clienti, in grado di lanciare la sfida all’attuale leader del mercato Italiano, Telecom Italia. Il mercato si dividerebbe infatti tra la nuova realtà, Telecom Italia e Vodafone, con quote in termini di clienti – secondo i dati Agcom di fine 2014 – pari rispettivamente al 33,3%, al 32,1% e al 27,5%.

Un eventuale accordo porterebbe alla riduzione del numero degli operatori mobili, che passerebbero da 4 a 3, con un significativo consolidamento del mercato mobile nel Paese, come è successo negli ultimi mesi in Germania, Austria e Irlanda.

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