Il Tribunale di Milano ha
respinto la class action presentata da Aduc contro Microsoft
sul il sistema operativo Windows (Oem) pre-installato sui Pc. Con
questa operazione l'associazione dei consumatori puntava a
chiedere il rimborso del sistema operativo in dotazione nel caso in
cui non si fosse desiderata la fornitura di Windows nei pc
acquistati.
I giudici milanesi hanno condannato l'associazione a comprare
una pagina sul Corriere delle Sera dove pubblicare l'ordinanza.
Il tribunale ha respinto le teorie dell’accusa sulla base di due
principi: innanzitutto la causa dovrebbe essere depositata contro
il produttore di Pc e non contro Microsoft; inoltre – secondo i
giudici – la causa è stata formulata nei confronti della Microsoft
srl, che è cosa differente dalla Microsoft Corp. responsabile
dello sviluppo del sistema operativo.
"Siamo in mano alle multinazionali – attacca l'Aduc –
l'economia ha il sopravvento non solo sulla politica (vedi
attuali vicende Ue) ma anche sulla giustizia. Il cittadino
consumatore è disarmato non solo da leggi di dubbia applicazione
come quella sulla class action, ma anche da interpretazioni della
stessa che escludono il diritto alla rivalsa nei confronti di
multinazionali che -non potendo fra l'altro fare altrimenti-
assumono forme giuridiche e commerciali specifiche nel Paese in cui
agiscono. Il diritto costituzionale alla giustizia se ne va quindi
a ramengo".
Dopo la decisione del tribunale il pool di avvocato che hanno
curato la richiesta (Claudia Moretti, Carlo Piana, Emmanuela
Bertucci e Annamaria Fasulo) stanno ora valutato per la
presentazione di un appello in merito. Per la pena pecuniaria Aduc,
in quanto associazione no profit, lancerà una pubblica colletta.