Youtube entra a scuola con la Polizia postale

Al via negli istituti didattici italiani il progetto “Non perdere la bussola”

Pubblicato il 16 Set 2009

Poliziotti nelle classi per spiegare agli adolescenti che YouTube
– ma anche i social network come Facebook o Twitter – hanno
potenzialità comunicative, ma devono essere utilizzati
consapevolmente per non rischiare intrusioni nella privacy o
eventuali pericoli.

Succederà nelle scuole che ne faranno richiesta grazie
all'iniziativa di Polizia Postale e YouTube, in
collaborazione con il ministero dell'Istruzione. Il progetto
"Non perdere la bussola" prevede il coinvolgimento di
studenti e insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori.
L'obiettivo e' raggiungere i giovani tra i 13 e i 18
anni, quelli più a rischio.

A partire da quest'anno potranno essere organizzati workshop
formativi con lo scopo di insegnare ai ragazzi che navigano in
rete e frequentano YouTube come sfruttare le potenzialità
comunicative del web e delle community online senza correre
rischi connessi alla privacy, al caricamento di contenuti
inappropriati, alla violazione del copyright e all'adozione
di comportamenti scorretti o pericolosi.

A tenere le "lezioni" saranno i poliziotti della
polizia postale che si avvarranno della YouTube map, un kit
didattico fornito da You Tube in cui si forniscono tutte le
informazioni necessarie per navigare in maniera sicura senza
rinunciare a divertirsi. "Sono anni – afferma il direttore
delle relazioni esterne del Dipartimento della Pubblica
Sicurezza, Maurizio Masciopinto – che la polizia opera per far
sì che i rischi della rete, soprattutto nei confronti dei
minori, non debbano costituire un limite allo sviluppo della
comunicazione sul web". Per Marco Pancini, di Google,
"Internet non è diverso dalla vita di tutti i giorni"
e dunque "anche il cittadino online viene messo di fronte a
diritti ma anche a doveri da rispettare".

L'obiettivo dell'iniziativa è quindi quello di
"contribuire all'instaurarsi di una corretta cultura
nell'uso dei new media" a partire dai principali
fruitori del web, i giovani. Obiettivo che per il ministero
dell'Istruzione si aggiunge ad un altro, "colmare – dice
Rossella Schietroma – quel divario di linguaggio tra alunni da un
lato e docenti e genitori dall'altro"

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