LA PROPOSTA

Tasse armonizzate per i giganti del web, ecco il progetto Ue anti-elusione

La Commissione riformula la proposta sulla “Common consolidated corporate tax base”. Sarà obbligatoria per le multinazionali con ricavi superiori a 750 milioni di euro l’anno. Le imprese dovranno pagare le tasse dove fanno i profitti, ma l’aliquota resterà di competenza dei singoli Stati

Pubblicato il 26 Ott 2016

A.S.

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Rivedere il modo in cui le società multinazionali sono tassate sul mercato unico, per garantire equità e un contesto favorevole alla crescita, senza però favorire l’elusione fiscale. E’ il senso del progetto sulla base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società in tutta l’unione europea presentata dalla commissione Ue. “Non si tratta di imporre una tassazione minima, non si tocca la sovranità nazionale sulle tasse – spiega il commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici – ma riteniamo che le multinazionali debbano pagare tasse eque dove realizzano vendite”. Le proposte legislative saranno ora trasmesse al Parlamento europeo per consultazione e al Consiglio per l’adozione.

La proposta di introdurre la “Common consolidated corporate tax base” (Ccctb) idea nata per la prima volta nel 2011 per rafforzare il mercato unico per le imprese, si inquadra in un più ampio pacchetto di riforme dell’imposta sul reddito delle società, e fungerà nelle intenzioni della Commissione da strumento efficace contro l’elusione fiscale.

La precedente proposta sulla Ccctb non era riuscita a mettere d’accordo gli Stati membri: così dopo aver sentito i pareri di Stati membri, imprese, società civile e Parlamento europeo, e per questo la commissione ha dato vita a una nuova formulazione che rafforza, si legge in una nota della commissione, “gli elementi a favore delle imprese della precedente proposta, per aiutare le imprese transfrontaliere a ridurre i costi e la burocrazia e per sostenere l’innovazione”.

“Rispondiamo alle esigenze delle imprese e dei cittadini in un colpo solo. I ministri delle Finanze – ha detto Moscovici – dovrebbero esaminare con occhi nuovi questo pacchetto ambizioso e tempestivo perché creerà un sistema fiscale solido e adeguato per il 21esimo secolo”.

Con la Ccctb le imprese disporranno per la prima volta di un corpus unico di norme per calcolare gli utili imponibili in tutta l’Ue. Rispetto alla precedente proposta del 2011 il nuovo regime di imposizione delle società sarà obbligatorio per i grandi gruppi multinazionali, che hanno la maggiore capacità di pianificazione fiscale aggressiva, e garantirà che le imprese con ricavi complessivi superiori a 750 milioni di euro all’anno siano tassate dove realizzano effettivamente i propri profitti.

Inoltre secondo l’Ue il nuovo sistema colmerà le lacune attualmente connesse al trasferimento degli utili a fini fiscali, incoraggerà le imprese a finanziare le loro attività mediante capitale e sfruttando i mercati invece di ricorrere all’indebitamento, sosterrà l’innovazione tramite incentivi fiscali alle attività di ricerca e sviluppo collegate all’attività economica reale.

Le imprese disporranno ora di un insieme unico di norme e avranno come interlocutore la loro amministrazione fiscale nazionale per presentare un’unica dichiarazione dei redditi a copertura di tutte le loro attività nell’Unione. Grazie alla Ccctb il tempo dedicato annualmente ad attività di adeguamento alla normativa dovrebbe, secondo i calcoli della commissione, diminuire dell’8%, mentre il tempo impiegato per la costituzione di una società controllata si ridurrebbe del 67%, rendendo più agevole per le imprese, incluse le Pmi, operare all’estero.

Saranno incentivate attività favorevoli alla crescita, come gli investimenti in R&S e i finanziamenti tramite capitale, a sostegno dei più ampi obiettivi di rilancio della crescita, dell’occupazione e degli investimenti. Una volta pienamente operativa, la Ccctb potrebbe aumentare il totale degli investimenti nell’Ue fino al 3,4%.

Le società potranno compensare i profitti in uno Stato membro contro le perdite in un altro. Ostacoli fiscali come la doppia imposizione saranno eliminati e la Ccctb aumenterà la certezza fiscale fornendo a livello dell’Ue un regime stabile e trasparente per la tassazione delle società.

La Ccctb poi, spiega la Commissione, eliminerà i disallineamenti tra sistemi nazionali che sono attualmente sfruttati dai responsabili della pianificazione fiscale aggressiva. Eliminerà anche i prezzi di trasferimento e i regimi preferenziali, che oggi sono tra i principali veicoli dell’elusione fiscale. Prevede inoltre misure antiabuso che porranno fine al trasferimento degli utili verso paesi terzi attuato dalle imprese.

La Commissione propone anche un sistema più efficace per risolvere le controversie in materia di doppia imposizione nell’Ue. La doppia imposizione, spiega la nota, è uno dei principali ostacoli per le imprese in quanto crea incertezza, costi inutili e problemi di liquidità. Attualmente sono circa 900 le controversie in materia di doppia imposizione nell’Ue, per un valore stimato di 10,5 miliardi di euro.

La terza proposta del pacchetto contiene nuove misure per impedire alle imprese di sfruttare a loro vantaggio le lacune, note come disallineamenti da ibridi, esistenti tra i regimi fiscali degli Stati membri e dei paesi terzi al fine di evadere il fisco. I disallineamenti da ibridi hanno luogo quando i paesi hanno norme diverse sulla tassazione di determinati redditi o entità. Le imprese possono abusare di tali divergenze per evitare di essere tassate in un paese o nell’altro.

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