IL CASO

Bitcoin, debutto record in Borsa. Cresce il timore “bolla”

I contratti a termine sulla criptomoneta cresciuti del 20% dopo il via alle contrattazioni alla Cboe di Chicago, raggingendo punte di oltre 18mila dollari. La piattaforma va in tilt per troppo traffico. Non si placano le polemiche sui rischi per il futuro. La Corea del Sud lavora a norme per regolamentare la criptovaluta

Pubblicato il 11 Dic 2017

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Debutto col botto per il Bitcoin in Borsa. I futures (ovvero i contratti a termine) sui bitcoin sono aumentati di oltre il 20% dopo la loro prima volta sulla Cboe Futures Exchange di Chicago. In apertura il contratto sul bitcoin a un mese ha registrato un valore di 15.460 dollari, per poi scendere brevemente e risalire a un massimo di 18.700 dollari.

Gli scambi del nuovo future sul Bitcoin, sono partiti ieri alle 6 del pomeriggio ora di New York, mezzanotte in Italia. La valuta digitale era a 14.890 dollari ed era immediatamente schizzata a 16.150 dollari per poi attestarsi sui 15.686 dollari.

Il traffico sul sito della Cboe all’inizio è stato talmente inteso da rendere a tratti inaccessibile la piattaforma. I contratti futures nelle prime ore di scambio sono stati poco meno di 2.500, quasi tutti sulla scadenza del 17 gennaio. Solo una cinquantina di operazioni ha riguardato le scadenza di febbraio e marzo. Il successo del lancio del primo future sostiene la corsa del bitcoin, che è arrivato a superare il valore di 16.700 dollari.

Gli scambi non avvengono direttamente in bitcoin, ma attraverso il sistema di scambio Gemini, uno dei più grandi per la conversione tra la valuta virtuale e altre valute.

E proprio il rally della criptovaluta alimenta nuove polemiche. “Sembra sempre di più una grande bolla che si sta formando – commenta il governatore della Banca Centrale Neozelandese, Grant Spencer – Nel corso dei secoli abbiamo visto il formarsi di bolle e questo sembra il classico esempio”, ha spiegato Spencer, sottolineando che con “le bolle non si sa fino a dove possano arrivare prima di scoppiare”. Secondo la Saxo Bank, banca d’investimenti danese specializzata in investimenti e transazioni via internet, il Bitcoin raggiungerà il picco nel corso del 2018 oltre i 60.000 dollari per poi sprofondare a 1.000 dollari nel 2019.

Per Ewald Nowotny, banchiere centrale austriaco e membro del consiglio direttivo della Bce i forti rialzi del Bitcoin rendono necessari interventi regolamentari per evitare usi illeciti. “Anche solo per la dimensione, è di certo sempre più necessario discutere se e in che forma serve una regolamentazione”, ha sottolineato, osservando che “un aspetto che in particolare andrebbe discusso è quanto lontano si possa andare con le regole contro il riciclaggio in questo caso”, spiega.

E la Corea del Sud potrebbe bruciare tutti sul tempo.  Il ministro delle Finanze della Corea del Sud ha dichiarato che i ministeri competenti stanno valutando se lo scambio di Bitcoin necessiti una regolamentazione. “Stiamo esaminando la sua natura speculativa, oltre che la situazione in altri Paesi”, ha annunciato Kim Dong-yeon.

A preoccupare sono anche le frodi.  “Poiché il bitcoin non è sottoposto ad alcuna normativa antiriciclaggio e il complesso meccanismo di compravendita rende di fatto più facile nascondere l’identità di chi effettua le transazioni, esiste un concreto rischio sull’utilizzo di questa moneta virtuale come mezzo di pagamento nelle mani della criminalità per finanziare traffici illeciti e per ‘ripulire’ ingenti quantità di denaro”, spiega Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca Sim.

“Le fluttuazioni record del prezzo alle quali stiamo assistendo negli ultimi mesi – puntualizza – rappresentano il terreno ideale per gli affari dei titolari di piattaforme di trading (a volte illegali) che stanno beneficiando dell’ondata speculativa che si è riversata su questo strumento, perché gli individui che comprano bitcoin stanno scommettendo che il suo prezzo continuerà a salire senza porsi alcuna altra domanda in merito. Questa corsa all’acquisto sarà ulteriormente favorita dal fatto che due delle principali piattaforme mondiali di strumenti derivati hanno appena ottenuto il via libera dall’autorità di vigilanza americana per mettere in quotazione i future sul prezzo del bitcoin“.

“Il future potrebbe rappresentare uno strumento micidiale – avverte l’Ad di Assiteca Sim – nelle mani di coloro i quali utilizzano i bitcoin come mezzi di pagamento per effettuare traffici illeciti all’interno della piattaforma informatica perché, d’ora in poi, vendendo future si proteggeranno dal potenziale crollo del potere di acquisto della criptovaluta cristallizzando i guadagni fino ad allora realizzati grazie alla straordinaria ascesa dei prezzi”.

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