L'AVVISO DI GARA

Cripto-asset, l’Ue stringe sulla vigilanza con i Big data

Nell’ambito del nuovo quadro normativo Mica, il regolatore Ue cerca un fornitore di dati sulle transazioni in beni crittografici, esclusi quelli che passano sulla blockchain. Obiettivo: tutelare contro abusi e destabilizzazione dei mercati

Pubblicato il 03 Ago 2022

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L’Europa comincia a mettere ordine nel Far west della cripto-finanza: dopo l’approvazione delle regole per il settore (Mica), l’organo di vigilanza dei mercati europei Esma (European Securities and markets authority) si sta attrezzando per innalzare il livello di controllo sulle transazioni in criptovalute e altri asset della finanza innovativa.

Lo farà innanzitutto raccogliendo i Big data sugli scambi, come si evince dal bando “Crypto data” pubblicato dall’Esma con cui l’ufficio procurement del regolatore cerca un fornitore di dati di trading sulle transazioni in criptoasset, inclusi spot trade e derivati. Sono invece escluse le transazioni svolte sulla blockchain, ovvero quelle che si svolgono in criptovalute come il bitcoin.

La commessa ha un valore massimo di 100.000 euro, corrispondenti a un contratto di quattro anni.

L’Esma cerca un fornitore di dati sul crypto-trading

Lo scorso mese l’Unione europea ha approvate le sue regole per il settore, inserendo per la prima volta criptovalute, emittenti di criptovalute e fornitori di servizi di criptovalute nel quadro normativo Mica.

Anche se le aziende dei cripto-asset dovranno ottenere le licenze per operare dai regolatori nazionali dei 27 Paesi membro, l‘Esma vigilerà sui player maggiori.

La copertura dei dati sul trading “dovrebbe includere tutte le maggiori piattaforme di scambio e i principali cripto-asset in modo da fornire una rappresentazione attendibile del panorama di mercato cripto”, si legge nell’avviso dell’Esma.

L’oggetto del contratto sono i “Crypto off-chain data, ovvero i dati che non hanno origine da una blockchain o tecnologia del registro distribuito, inclusi i mercati spot e il trading dei derivati sugli scambi centralizzati o Otc”, ovvero over the counter. “I dati dovrebbero essere disponibili su base quotidiana e includere l’accesso ai registri degli ordini dove vedere spread e liquidità sulle piattaforme di scambio e le coppie di valute (in fiat e in crypto)”.

I regolatori usano i dati delle transazioni per scovare eventuali abusi di mercato, capire chi si trova da ciascun lato della transazione e andare a caccia di rischiosi accumuli di posizioni che potrebbero minacciare l’ordinato funzionamento dei mercati.

Le norme Mica per i mercati delle criptovalute

Lo scorso luglio l’Unione europea ha introdotto gli operatori e gli strumenti della finanza decentralizzata in un quadro normativo. La presidenza del Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno infatti raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta relativa ai mercati delle criptovalute (Mica), che copre gli emittenti di criptovalute non garantite e le cosiddette stablecoin, nonché le sedi di negoziazione e i portafogli in cui le criptovalute sono detenute. La Commissione aveva adottato la sua proposta a settembre 2020.

Questo quadro normativo punta a proteggere gli investitori e a preservare la stabilità finanziaria, consentendo al contempo l’innovazione e promuovendo l’attrattiva del settore delle criptovalute. “Ciò – evidenzia il Consiglio Ue in una nota – porterà maggiore chiarezza nell’Unione europea, poiché alcuni Stati membri hanno già una legislazione nazionale per le criptovalute, ma finora non esisteva un quadro normativo specifico a livello dell’Ue“. L’accordo dovrà ora essere confermato dagli ambasciatori degli Stati membri nell’Ue e dalla commissione parlamentare competente, prima di poter essere approvato in via definitiva dai due colegislatori Ue.

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