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Pagamenti digitali, le banche rischiano il 20% dei ricavi

A pesare anche la concorrenza sempre più agguerrita da parte di soggetti non bancari. Ma in Italia i sindacati invitano il governo a non mollare la presa sulla moneta elettronica: “Servono incentivi, misura fondamentale per abbattere evasione fiscale”

Pubblicato il 07 Nov 2019

M. F.

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La crescita delle transazioni digitali e la concorrenza sempre più agguerrita comporteranno per le banche europee una perdita dei ricavi stimata nel 20%. Oltre dunque la perdita del 15% calcolata a livello globale e valutata in 280 miliardi di dollari. È quanto emerge dallo studio “Banking Pulse Survey: two ways to win”, presentato da Accenture in occasione del Salone dei Pagamenti. Secondo Accenture, partendo da una crescita dei ricavi da pagamenti al tasso annuo dei 3,4% entro il 2025, solo le banche che sapranno evolvere i propri modelli di business adottando le tecnologie più avanzate e concentrandosi sull’offerta di servizi a valore aggiunto per i clienti, si aggiudicheranno una quota di questa crescita incrementale dei ricavi.

“Il mondo dei pagamenti è in profonda trasformazione: non solo vediamo una adozione sempre maggiore dei pagamenti digitali, ma sono in atto anche molteplici cambiamenti sia da un punto di vista regolamentare che tecnologico e competitivo. Questo porterà ad una sostanziale erosione del business, soprattutto da parte dei nuovi player con modelli operativi estremamente agili e in grado di offrire customer experience in linea con le nuove esigenze dei clienti” sottolinea Massimiliano Colangelo, Responsabile Banking di Accenture Italia. “E’ un mercato, però, che rimane molto interessante: non solo per il suo valore – che in Italia, è di circa 4 miliardi l’anno (issuing e acquiring) – ma anche perché è un canale di importanza cruciale per presidiare la relazione tra le banche e i propri clienti. Di fatto, le esperienze di pagamento restano l’occasione di contatto più rilevante in termini di frequenza e offrono l’opportunità di essere integrate da servizi a valore aggiunto quali offerte di consulenza alla spesa, di credito ed assicurazione istantanee”.

Nei prossimi sei anni, sempre secondo lo studio, le banche europee dovranno affrontare ulteriori pressioni sia sulle commissioni legate alle carte di pagamento, sia sulle entrate provenienti dalle transazioni. Questo avverrà, da un lato, perché i pagamenti senza commissioni metteranno a rischio il 15,5% degli introiti generati da questo canale (a livello globale la percentuale è dell’8%). Inoltre, la concorrenza dei player non bancari nel settore dei pagamenti invisibili, dove le transazioni vengono effettuate in un “portafoglio virtuale” su una app o un dispositivo mobile, metterà a rischio il 3,4% dei ricavi delle banche europee (3.9% nel mondo). Infine, la sostituzione delle carte con i pagamenti istantanei minaccerà un ulteriore 1,8% dei ricavi (2.7% nel mondo). Con i pagamenti istantanei, che trasferiscono il denaro in tempo reale, le banche, infatti, ricavano pochi interessi, se non nessuno.

I top manager delle banche consapevoli delle sfide tecnologiche

Ad integrazione dello studio, Accenture ha realizzato anche un’indagine che ha analizzato le opinioni di 240 top manager del settore bancario a livello globale. La survey ha evidenziato che il mercato è consapevole delle grandi sfide poste dalle nuove tecnologie nell’area dei pagamenti. Più di due terzi (71%) dei top manager bancari concordano sul fatto che i pagamenti stiano diventando gratuiti; quasi tre quarti di essi (73%) ritiene che la maggior parte dei pagamenti siano già invisibili o lo diventeranno nei prossimi 12 mesi; e un numero ancora più alto (78%) ha dichiarato che i pagamenti sono già istantanei o lo saranno nei prossimi 12 mesi.

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Quasi quattro su cinque degli intervistati (18%) hanno affermato che la priorità assoluta per la banca è quella di garantire la massima sicurezza nelle operazioni di pagamento retail. Quasi un quarto (22%) ha citato l’intelligenza artificiale, la robotica, l’apprendimento automatico e i nuovi hub dei pagamenti come funzionalità tecnologiche chiave, che saranno necessarie per adattare i sistemi centrali a flussi di pagamento continui e ad alta velocità.

In Italia i sindacati invitano il governo a non mollare la presa sui pagamenti digitali

In audizione in commissione Finanze della Camera sul decreto fiscale collegato alla manovra,  Cgil Cisl e Uil ritengono che la riduzione dell’uso del contante e il conseguente incentivo dei pagamenti elettronici “possono avere un efficace impatto nel contrasto all’evasione, poiché  favorire l’uso della moneta elettronica è uno dei modi più efficaci per combattere seriamente l’evasione fiscale”. Secondo i sindacati è “fondamentale in questo processo la previsione di incentivi che incoraggino i pagamenti elettronici, così come riteniamo l’introduzione e l’implementazione di sanzioni amministrative pecuniarie nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, che venga effettuato con moneta digitale. Crediamo inoltre che questo Governo e il Parlamento non debbano compiere alcun passo indietro fuggendo dalla vulgata che vorrebbe i nostri cittadini incapaci di gestire la moneta elettronica”.

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