NEXT ECONOMY

Pagamenti digitali, per la prima volta le pmi più propense che al contante

Il sorpasso “virtuale” nel B2C e si consolida l’uso nel B2B: è quanto emerge da un report Mastercard. Ma il 24,5% delle aziende si considera ancora digitalmente indietro. Il country manager Centemero: “Siamo nella giusta direzione per raggiungere gli obiettivi previsti dal Pnrr”

Pubblicato il 16 Giu 2023

Hands holding smart phone with euro banknotes on grey background. Making money online

Balzo avanti verso la transizione digitale di pmi ed esercenti in Italia: per la prima volta le carte (27,9%) superano i contanti (23,3%) in termini di preferenza assoluta come futuro strumento di pagamento. Parallelamente, si consolida l’utilizzo delle carte di pagamento in ambito B2B (30,4%) mentre sul medio termine i pagamenti via smartphone o wearable device sono in cima alle preferenze delle pmi come strumento di pagamento (48,4%). Emerge dalla ricerca “Step into the Next Economy: il digitale come leva strategica per il futuro delle pmi” di Mastercard realizzata in collaborazione con AstraRicerche, secondo cui cresce anche l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale (rispettivamente al 75% e al 70,5%), valore aggiunto per le imprese: le donne (rispettivamente 79% e 73,8%) guidano la sensibilità verso queste tematiche.

Propensione al digitale di pmi ed esercenti

Secondo la ricerca, il 43,4% di chi fa business in Italia tra pmi ed esercenti è molto vicino a questi temi, con il 39,1% che mostra “orgoglio” per ciò che la propria realtà fa in materia di digitalizzazione e innovazione. Conferma lo stesso grado di apertura al futuro il 37,9% che mostra di sorprendersi positivamente di fronte a nuove proposte e idee tecnologiche.

Tuttavia, al momento di valutare concretamente l’attuale livello di digitalizzazione della propria attività, il 24,5% degli intervistati si considera digitalmente indietro, evidenziando ancora una volta le potenzialità e gli enormi margini di miglioramento. Colpisce, in proposito, l’impatto della dimensione sulla valutazione della propria digital readiness, più diffusa tra le realtà con un numero di dipendenti superiore a 20, e il ruolo di donne e giovani under 35 come driver per l’innovazione. Sono infatti proprio le donne (46%) e i più giovani (45%) a dare i giudizi più positivi, a testimonianza del loro ruolo chiave per favorire la digitalizzazione.

Più vicini gli obiettivi del Pnrr

“Il digitale può offrire alle pmi e agli esercenti italiani, spina dorsale dell’economia del nostro Paese, una grande spinta per crescere e colpisce positivamente il ruolo delle generazioni più giovani e delle donne, che si fanno promotori del cambiamento per quanto riguarda l’innovazione e sostenibilità – spiega Michele Centemero, Country Manager Italia di Mastercard -. Siamo dunque nella giusta direzione per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione previsti nel Pnrr e siamo chiamati a continuare a lavorare con il massimo impegno per favorire questo processo come sistema Paese, promuovendo le competenze digitali di cittadini ed imprese e lavorando all’accessibilità ai servizi pubblici”.

Pagamenti: digitale e contanti a confronto

Attualmente, le transazioni in contanti rappresentano ancora le principali modalità di pagamento costituendo oggi 3,54 pagamenti su 10, seguite però subito dalle carte di pagamento (3,02). Tuttavia, con riferimento alle dimensioni delle imprese, si osserva come il digitale sia già realtà: al crescere del numero di dipendenti, aumenta anche l’utilizzo delle carte rispetto al denaro contante.

Nell’ipotesi di dover scegliere un solo strumento di pagamento in assoluto, la preferenza ricade infatti sulle carte, che per la prima volta superano i contanti attestandosi al primo posto (27,9%). Il denaro contante fa registrare il 23,3%, seguito dal 20,7% totalizzato dal pagamento via smartphone o wearable device.

Se si analizza la propensione di utilizzo a medio termine, i pagamenti via smartphone o wearable device sono in cima alle preferenze delle pmi come strumento di pagamento (con uno sguardo a 3 anni per il 48,4%) e a lungo termine (a 10 anni per il 44,2%). Seguono le carte di pagamento nella preferenza a 3 anni (45,7%) e a 10 anni (37,7%) e, infine, il pagamento tramite piattaforme web o via app collegabili direttamente al conto corrente, rispettivamente 33,6% e 36,1%.

Le sfide sui pagamenti nel B2B

Per quanto riguarda i pagamenti commerciali e aziendali, la ricerca evidenzia come lo strumento più largamente utilizzato sia il bonifico bancario (55,1%), seguito subito dopo dalla carta di pagamento (30,4%), dai contanti (29,6%) e da Sepa Debit / Rid (27,7%).

Segnali positivi rispetto ai pagamenti più smart: smartphone o wearable device raggiungono il 16,8%, toccando addirittura il 21% tra gli under 35%, mentre le piattaforme web o via app collegabili direttamente al conto corrente si attestano al 16,5%, a conferma di quanto le abitudini B2C possano influenzare il mondo commercial.

La popolarità delle carte di pagamento si riflette anche nelle carte business, ritenute fondamentali per il campione, che però si aspetta sempre più servizi aggiuntivi come offerte e agevolazioni negli acquisti (49,6%), strumenti per la digitalizzazione dell’attività (41,3%) e supporto e formazione legata allo sviluppo di competenze per migliorare il proprio business (22,1%).

Infine, nell’approccio alla gestione dei pagamenti aziendali appare come importante il tema della sicurezza: 1 intervistato su 3 (34,1%) denuncia di aver subito raggiri e truffe, un tema su cui si concentrano le nuove soluzioni e innovazioni per la sicurezza.

La chiave per accelerare il business delle pmi

Oltre la metà del campione (59%) si dice interessata a saperne di più sulle diverse soluzioni digitali disponibili sul mercato, con una buona parte che ne ha già fatto uso, concentrandosi su siti web ed e-commerce evoluti (68,5%), soluzioni di sicurezza informatica (68%), soluzioni digitali (64,4%), analisi dei dati (58%) e Intelligenza Artificiale generativa (51,7%).

Sebbene il campione associ a tali soluzioni grandi opportunità, come ad esempio il consolidamento del rapporto con il cliente e il conseguente vantaggio competitivo che ne deriva, permangono ancora alcuni elementi di difficoltà, soprattutto in termini di investimento di tempo e risorse con riferimento a tecnologie più recenti come l’Intelligenza Artificiale generativa e il metaverso. È proprio per questo motivo che, fra tutte, il sito web e l’e-commerce evoluto riscuotono il maggiore interesse per il futuro.

E-commerce al centro delle strategie

La metà del campione (50,4%) lo utilizza per la vendita dei propri prodotti/servizi, preferendo siti proprietari (35,1%) rispetto a marketplace di terzi (15,3%, un dato che sale al 20% nel canale HoReCa), e lo ritiene una leva strategica per la propria attività (65,7%). Il 32,1% del campione, pur non ricorrendo oggi all’e-commerce, non esclude di poterlo fare in futuro.

Andando nel dettaglio del ricevimento degli ordini a distanza, la modalità più diffusa è tramite sito web (73,3%), seguita da canali più tipici di realtà dalle dimensioni contenute come l’uso di WhatsApp/Telegram (32,8%), telefono (25,9%) e sms (17%).

Per la consegna dei prodotti, invece, la tendenza più diffusa è quella di affidarsi a un servizio di delivery esterno (46,9%), seguita dal ritiro da parte del cliente nel punto vendita (41,5%) a conferma dell’affermazione delle modalità di acquisto phygital e, infine, dalla consegna diretta da parte del retailer (39%).

Innovazione sostenibile, donne in prima linea

La sostenibilità rappresenta un pillar fondamentale per 7 imprenditori su 10. Risalta inoltre in questo contesto la sensibilità delle donne, spiccata soprattutto nelle realtà a guida e/o a prevalenza femminile, motivo per cui la loro partecipazione attiva è fondamentale in un’ottica di sviluppo inclusivo e sostenibile dove tutti possano avere uguali opportunità.

L’importanza di un’attenzione alla sostenibilità pura e continuativa è percepita da oltre la metà dei rispondenti come valore aggiunto per il proprio business ed è considerata un vantaggio competitivo nei confronti della clientela in termini di sviluppo, fidelizzazione e miglioramento del volume di affari. Questo vale tanto per l’impegno ambientale (per il 64,9%), quanto per l’impegno sociale (per il 60,9%).

Tra le iniziative concrete più diffuse tra pmi ed esercenti vi è lo smaltimento sostenibile dei rifiuti (47,5%), l’utilizzo efficiente di energia per ridurre gli sprechi (41,5%), l’adozione di un comportamento responsabile nei confronti dei propri dipendenti (39,8%), l’utilizzo di materiale riciclato, riciclabile e/o biodegradabile nel packaging (37,9%), la riduzione delle emissioni di CO2 (25,5%) e la promozione di iniziative culturali legate a progetti sostenibili (24,6%). Solo il 2% dei rispondenti afferma infatti di non svolgere alcuna azione in tal senso.

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