IL PROGETTO

Google e il new business delle rinnovabili: mappe degli edifici idonei al fotovoltaico

Nuovi set di dati cartografici verranno concessi in licenza alle aziende che potranno utilizzarli per mettere a punto prodotti e servizi. Una partita che vale oro: nel primo anno di attività il colosso americano punta a un fatturato di almeno 100 milioni di dollari

Pubblicato il 29 Ago 2023

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Google sta pianificando di concedere in licenza nuovi set di dati di mappatura a una serie di aziende per usarli nella creazione di prodotti legati all’energia rinnovabile, e spera di generare fino a 100 milioni di dollari nel primo anno. La big tech prevede in particolare di vendere l’accesso a nuove Api (Interfacce di programmazione delle applicazioni) con informazioni solari, energetiche e sulla qualità dell’aria.

Tra le nuove offerte ci sarà un’Api “solare”, che potrebbe essere utilizzata da installatori solari come SunRun e Tesla Energy e da aziende di progettazione solare come Aurora Solar. Ma Google vede anche opportunità di clientela con aziende immobiliari come Zillow e Redfin, con aziende di ospitalità come Marriott Bonvoy e con aziende di servizi pubblici come PG&E.

Alla base il progetto Project Sunroof

Alcuni dei dati dell’Api “solare” provengono da un progetto pilota incentrato sul consumatore, chiamato Project Sunroof, un calcolatore di risparmi solari lanciato originariamente nel 2015. Il programma consente agli utenti di inserire il proprio indirizzo e ricevere stime dei costi solari, come risparmi sulla bolletta elettrica e la dimensione dell’installazione solare necessaria. Offre inoltre modellazione 3D dei tetti degli edifici e degli alberi circostanti basata sui dati di Google Maps.

Google prevede di vendere l’accesso all’Api sia per i dati degli edifici singoli, sia per i dati aggregati relativi a tutti gli edifici di una determinata città o regione. L’azienda afferma di avere dati su oltre 350 milioni di stabili, un aumento significativo rispetto ai 60 milioni di edifici citati per il Project Sunroof nel 2017.

Previsti ricavi tra 90 e 100 milioni di dollari con le Api “solari”

Un documento interno stima che le Api “solari” dell’azienda genereranno ricavi tra 90 e 100 milioni di dollari nel primo anno dopo il lancio, ventilando anche la possibilità di connettersi con i prodotti di Google Cloud in futuro.
Come parte del lancio, l’azienda sta anche pianificando di annunciare un’Api sulla qualità dell’aria che consentirà ai clienti di richiedere dati come inquinanti e raccomandazioni sanitarie per posizioni specifiche. Includerà anche mappe termiche digitali dei dati e informazioni orarie sulla qualità dell’aria, oltre a un’archiviazione della qualità dell’aria fino a 30 giorni.

I ricavi delle Api delle mappe al segmento Cloud

L’iniziativa rappresenta per Google un tentativo di monetizzare dai suoi prodotti cartografici, in un momento in cui è sotto pressione a causa di un ampio rallentamento economico. Mentre l’azienda si concentra sull’efficienza, sta anche investendo in tecnologie più recenti come l’AI generativa e la sostenibilità.
Attualmente l’azienda concede in licenza la sua Api di mappe per la navigazione a società come Uber, che nel 2019 ha dichiarato di aver pagato a Google 58 milioni di dollari in tre anni. I ricavi dell’Api delle mappe vanno al segmento cloud dell’azienda, che finalmente ha iniziato a generare profitti nel primo trimestre ma ha avuto un percorso difficile nel tentativo di competere con i leader di mercato, Amazon e Microsoft.

Le mappe fra i prodotti meno remunerativi per Google

Google non fornisce informazioni sulle entrate del suo business delle mappe, ma secondo l’analista di Morgan Stanley Brian Nowak, questo è stato storicamente uno dei prodotti meno monetizzati della big tech. Nel 2021 Morgan Stanley aveva stimato che Google Maps avrebbe guadagnato 11,1 miliardi di dollari entro quest’anno grazie ai nuovi prodotti di viaggio e all’aumento dei ricavi pubblicitari tramite “pin” promossi.

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