IL REPORT OCSE

Green & digital transition, le terre rare spina nel fianco

Necessario un significativo aumento della produzione e del commercio internazionale di materie prime essenziali se si vorrà raggiungere il target net zero in termini di emissioni di CO2. Il Segretario generale Mathias Cormann: “Il crescente ricorso alle restrizioni all’export influisce sui mercati”

Pubblicato il 11 Apr 2023

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Per soddisfare la domanda prevista per la transizione verde e raggiungere gli obiettivi globali di zero emissioni nette di CO2 è necessario un significativo aumento sia della produzione sia del commercio internazionale di materie prime critiche. Lo afferma il nuovo documento programmatico “Materie prime fondamentali per la transizione verde. Restrizioni alla produzione, al commercio internazionale e all’esportazione” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO) pubblicato  dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), secondo cui l’incidenza globale delle restrizioni all’export di materie prime critiche è più che quintuplicata nell’ultimo decennio (tra il 2009 e il 2020) con il 10% delle esportazioni globali di materie prime critiche che ora deve affrontare almeno una misura di restrizione all’esportazione.

In particolare, il report fa presente che le materie prime situate a monte nelle catene di approvvigionamento di materie prime critiche, utili alla produzione di tecnologie verdi, hanno subito restrizioni più rapide che negli altri segmenti della catena di approvvigionamento. Cina, India, Argentina, Russia, Vietnam e Kazakistan hanno emesso le restrizioni all’esportazione nel periodo 2009-2020 per le materie prime critiche e rappresentano anche le quote più elevate di dipendenze dalle importazioni dei paesi Ocse. L’Ocse osserva che la tendenza verso l’aumento delle restrizioni all’esportazione potrebbe avere effetti sui mercati internazionali, sia in termini di disponibilità che sui prezzi di questi materiali.

Produzione di materie prime disallineata rispetto alla domanda

Il documento osserva ancora che la produzione e il commercio delle materie prime più importanti si è espansa rapidamente negli ultimi dieci anni, ma la crescita non tiene il passo con la domanda prevista di metalli e minerali necessari per trasformare l’economia globale da un’economia dominata dai combustibili fossili a un’economia guidata dalle energie rinnovabili. Il litio, gli elementi delle terre rare, il cromo, l’arsenico, il cobalto, il titanio, il selenio e il magnesio hanno registrato le maggiori espansioni del volume di produzione – comprese tra il 33% per il magnesio e il 208% per il litio – nell’ultimo decennio. La produzione di materie prime critiche sta diventando più concentrata tra i paesi, con Cina, Russia, Australia, Sudafrica e Zimbabwe tra i principali produttori e detentori di riserve.

Cormann: “Necessario rispettare gli impegni sul climate change”

“La sfida di raggiungere zero emissioni nette di CO2 richiederà un significativo aumento della produzione e del commercio internazionale di materie prime critiche”, ha sottolineato il segretario generale dell’Ocse Mathias Cormann. “I responsabili politici devono esaminare attentamente come la concentrazione della produzione e del commercio, unita al crescente ricorso alle restrizioni all’esportazione, stiano influenzando i mercati internazionali delle materie prime essenziali. Dobbiamo assicurarci che le carenze di materiali non ci impediscano di rispettare i nostri impegni in materia di cambiamento climatico».

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