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Gsma: Ue leader nelle rinnovabili, il 71% delle reti tlc è ecosostenibile

È quanto emerge da un’analisi dell’associazione degli operatori mobili, secondo cui il comparto sta facendo progressi significativi a livello globale sulla decarbonizzazione. Ma la strada verso i target resta lunga: “Serve più collaborazione tra il settore pubblico e quello privato”

Pubblicato il 11 Nov 2022

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Gli operatori mobili globali stanno facendo grandi progressi nella massimizzazione dell’uso dell’energia rinnovabile nelle loro reti. Ma la strada resta lunga: entro il 2030 sarà necessario accedere a ulteriori 64 terawattora (TWh) di elettricità rinnovabile – più o meno equivalente al consumo energetico annuale dell’Austria – per proseguire nello sforzo di decarbonizzare le  forniture energetiche. Ad affermarlo, sulla base di un sondaggio, è il documento Gsma sull’accesso alle energie rinnovabili” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), pubblicato in concomitanza con lo svolgimento di Cop 27 a Sharm-El-Sheikh.

L’industria mobile – fa notare il Gsma – “è stata tra le prime a impegnarsi per raggiungere net-zero entro il 2050 e, dalla Cop 26, gli operatori mobili hanno aumentato la quantità di elettricità rinnovabile utilizzata per alimentare le loro reti per raggiungere obiettivi basati sulla scienza”.

Europa sul podio della sostenibilità

La nuova analisi, utilizzando i dati di 33 operatori, che coprono 86 paesi e circa il 50% delle connessioni mobili globali, mostra risultati tangibili, con un consumo di energia elettrica rinnovabile in aumento in tutto il settore mobile. Emerge infatti che le reti europee sono leader a livello globale, acquistando in media il 71% di energia rinnovabile. Degli 86 Paesi analizzati, poi, 41 hanno reti mobili che utilizzano oltre il 75% di energia rinnovabile, mentre 29 si attestano a meno del 25%. In questo scenario, il 32% delle rinnovabili utilizzate dagli operatori viene approvvigionato tramite accordi di acquisto di energia con produttori di energia: il 63% è ottenuto tramite certificati di energia rinnovabile dai mercati dell’elettricità, il 4% deriva dall’autoproduzione di energia elettrica rinnovabile.

Una sfida non omogenea a livello geografico

I dati mostrano che negli ultimi anni gli operatori in Europa e Nord America hanno potuto accedere e aumentare la quantità di elettricità rinnovabile utilizzata per alimentare le proprie reti. Al contrario, l’accesso all’elettricità rinnovabile è ancora una sfida in molti paesi, come dimostrano i dati regionali più bassi basati sul mercato in Africa, Medio Oriente, Asia e Sud America.

“Gli operatori stanno facendo progressi significativi nell’uso delle energie rinnovabili per alimentare le reti di comunicazione – spiega John Giusti, Chief regulatory officer di Gsma -. Tuttavia, data l’entità della domanda, il Gsma chiede una maggiore collaborazione tra il settore privato e quello pubblico per espandere l’infrastruttura di energia rinnovabile necessaria per raggiungere le nostre ambizioni di zero netto. Ciò richiederà la riduzione delle barriere normative, il sostegno ai meccanismi basati sul mercato per l’accesso all’elettricità rinnovabile e l’incentivazione degli investimenti nella nuova generazione di energia rinnovabile”.

L’esempio di Vodafone: acquisto di energia da tre parchi solari in Uk

Iniziative come l’accordo annunciato da Vodafone per l’acquisto di energia rinnovabile generata da tre nuovi parchi solari nel Regno Unito hanno dimostrato che è possibile un’azione coordinata con i responsabili politici nazionali e i produttori di energia per garantire che più energia rinnovabile possa essere rapidamente aggiunta a reti elettriche nel prossimo decennio.

“Dopo aver trasferito le reti e le operazioni europee di Vodafone alle energie rinnovabili, stiamo facendo importanti passi avanti anche in Africa – afferma Joakim Reiter, Chief external & corporate affairs officer di Vodafone -. Ma accelerare ovunque la transizione del settore verso le energie rinnovabili, in modo più equo, richiederà una cooperazione significativamente maggiore tra il settore pubblico e quello privato. I governi abbracciano sempre più il potenziale abilitante delle stesse telecomunicazioni per ridurre le emissioni di carbonio in tutta la società. Ciò dovrebbe andare di pari passo con lo sfruttamento del settore delle telecomunicazioni per attrarre investimenti a lungo termine nella generazione di energia rinnovabile, aumentandone la disponibilità e l’accessibilità nell’ambito dei piani nazionali per migliorare la sicurezza energetica e stimolare uno sviluppo economico e sociale a prova di futuro”.

Target: -70% di CO2 entro il 2030

Sulla base della ricerca dell’Onu RaceToZero per la Cop 26, l’industria mobile dovrebbe puntare a decarbonizzare il 70% del proprio consumo di elettricità entro il 2030. “I governi riuniti alla Cop 27 – spiega il Gsma – dovrebbero cogliere senza indugio l’opportunità che l’elettricità rinnovabile offre per supportare il settore privato nel raggiungimento dei suoi obiettivi di zero netto. È necessario fare di più per soddisfare la domanda delle imprese di energie rinnovabili e generare accordi energetici a lungo termine, migliorando la capacità della rete e la fiducia degli investitori”.

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