ECOSOSTENIBILITÀ

L’anima “green” dell’intelligenza artificiale: per le aziende -40% di CO2

Boston Consulting group: solo il 9% delle imprese è consapevole del proprio impatto ambientale. L’utilizzo di soluzioni hi-tech centrale per automatizzare il monitoraggio e ridurre le emissioni. Intanto i ministri Ue lavorano al nuovo pacchetto normativo

Pubblicato il 13 Ott 2021

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Soltanto il 9% delle aziende è in grado di quantificare in modo esaustivo le proprie emissioni, nonostante l’85% sia impegnato a ridurle. E’ quanto risulta dalla ricerca “Use Ai to measure emissions exhaustively, accurately and frequently” pubblicata da Boston Consulting Group e Bcg Gamma, che analizza la capacità delle aziende di misurare e ridurre le proprie emissioni. Lo studio prende in considerazione le risposte di manager impegnati su questi argomenti in 1.290 organizzazioni, suddivise in nove settori, su scala globale.

Secondo la fotografia scattata dal report l’81% degli intervistati ha dichiarato di non includere nel rapporto di sostenibilità annuale alcune delle loro emissioni interne, quindi quelle relative alle attività dell’azienda, mentre il 66% non riporta nessuna emissione esterna, di quelle cioè legate alla supply chain. A causare queste “mancanze” è in poco più della metà dei casi, per l’esattezza il 53%, la difficoltà nel prendere decisioni e tenerne traccia, causata da misurazioni ancora troppo poco frequenti. L’86% del campione sottolinea inoltre che le registrazioni delle emissioni avvengono manualmente usando i fogli di calcolo, mentre è del 22% la percentuale delle aziende che utilizzano per questi scopi processi automatizzati. Più in generale, anche quando la misurazione delle emissioni viene inclusa nella documentazione annuale delle aziende, secondo gli intervistati si tratta di informazioni che hanno un margine di errore tra il 30 e il 40%.

“Se le aziende non sono in grado di capire i propri livelli di emissioni di base, come possono tracciarle adeguatamente e impostare i giusti obiettivi? – è la domanda posta da Sylvain Duranton, leader globale di Bcg Gamma e coautore dello studio – Le aziende che non raccolgono e analizzano dati granulari e fattori di emissione, non possono aspettarsi che le loro misurazioni siano accurate. Un’azienda di alcolici con cui abbiamo collaborato, ad esempio, non misurava le emissioni relative alle bottiglie di vetro sulla base di input come fornitori, colore, materiali o paese di origine. Quando ha cominciato a farlo, le emissioni sono risultate del 45% più alte di quelle misurate inizialmente”

Nonostante i problemi nel monitoraggio delle emissioni, in ogni caso, secondo il report Bcg la ricerca evidenzia come l’87% degli intervistati voglia effettivamente aumentare la portata delle proprie misurazioni, e il 66% punti ad aggiornarle a intervalli di tempo più frequenti. Proprio in quest’ottica sarà sempre più importante il ricorso all’intelligenza artificiale, che potrà essere utile per l’acquisizione e il reporting automatico dei dati, il calcolo delle emissioni, l’esecuzione di simulazioni, la definizione di obiettivi tangibili e la gestione di un portafoglio globale di iniziative di abbattimento di CO2.

“I nuovi strumenti supportati dall’IA – conclude Charlotte Degot, managing director e partner di Bcg e coautrice dell’indagine – possono avere un ruolo strategico per la misurazione delle emissioni nelle aziende e portare a riduzioni di CO2 fino al 40% attraverso l’identificazione delle iniziative più efficaci, il monitoraggio dei risultati e l’ottimizzazione delle operazioni aziendali”.

Ministri Ue in videoconferenza sull’Intelligena artificiale

E’ in programma per domani  la riunione informale in videoconferenza dei ministri Ue delle tlc e della società dell’informazione per discutere proprio di intelligenza artificiale, individuata come una delle principali priorità nel campo della digitalizzazione dalla presidenza slovena. A guidare la discussione sarà Bostjan Koritnik, ministro della Pubblica amministrazione sloveno. I ministri affronteranno in quest’occasione il tema della proposta di legge sull’intelligenza artificiale e ne valuteranno l’impatto. La proposta per l’Artificial Intelligence Act risale allo scorso aprile, quando è stata presentata dalla Commissione Ue insieme al piano d’azione congiunto per promuovere lo sviluppo e l’uso dell’AI.

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