LA MANOVRA

Industria 4.0, incentivi più che dimezzati. Imprese in allarme

Tre aliquote al ribasso per l’iperammortamento: 250% per gli investimenti fino a 2,5 milioni; 200% fino a 10 milioni e 150% fino a 20 milioni. Superammortamento in vigore solo per gli investimenti programmati nel 2018. Ma per Confindustria si tratta di una scelta miope che non guarda allo sviluppo del Paese

Pubblicato il 18 Ott 2018

F. Me

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Incentivi a Industria 4.0 più che dimezzati. È quello che emerge dal Documento programmatico di bilancio inviato dal governo alla Commissione europea dove si parla dell’iperammortamento come “Proroga del bonus fiscale sugli ammortamenti connessi agli investimenti in macchinari e attrezzature effettuati nel 2019 per contribuire al rinnovamento del capitale produttivo delle imprese, con alcune modifiche nell’entità”.

Per l’iperammortamento sono previste tre aliquote: 250% per gli investimenti fino a 2,5 milioni; 200% fino a 10 milioni e 150% fino a 20 milioni. Complessivamente si tratta di un taglio del 175%  sui beni materiali e al 120% sui beni immateriali.

Per quanto riguarda il superammortamento resta in vigore solo per gli investimenti programmati nel 2018 e scende del 30%.

La scelta non piace agli impreditori. Intervistato dal Sole 24 Ore, Carlo Robiglio, presidente della Piccola Industria di Confindustria, la considera miope. “La sensazione – dice – è che non ci sia purtroppo alcuna comprensione del ruolo svolto dall’impresa e della sua importanza nella creazione di posti di lavoro, export, servizi ad alto valore aggiunto: se non si fa girare l’impresa non gira nient’altro”. Incentivi 4.0, superammortamento e Sabatini-bis – aggiunge – rappresentano ottime iniziative di politica industriale che hanno dato risultati assolutamente positivi: “Perché depotenziarle? Io francamente non capisco”.

Ma le perplessità di Robiglio si allargano all’intero pacchetto fiscale predisposto dal governo, tenendo conto anche delle elevate aspettative generate dai ripetuti annunci: “In concreto non vediamo alcun aiuto – spiega – e in generale siamo assolutamente insoddisfatti di quanto fino ad oggi stiamo leggendo sulla Legge di Bilancio”. Per le piccole e medie imprese paiono visibili al momento più penalizzazioni che non sostegni: “Ad esempio è venuta meno l’Ace, che era l’aiuto alla crescita economica per sostenere la ripatrimonializzazione delle imprese, sostegno ora sostituito da un abbattimento dell’Ires che al momento non è chiaro nei suoi meccanismi e nella sostanza. E che ad ogni modo pare riguardare solo gli importi incrementali”.

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