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Lavoro, l’allarme di Lagarde: “Attenzione all’impatto dell’hi-tech sull’occupazione”

La numero uno del Fondo monetario internazionale mette in guardia sull’aumento delle disuguaglianze: “La tecnologia è un’opportunità ma i governi devono investire in istruzione e lavorare al miglioramenro del welfare”

Pubblicato il 18 Lug 2018

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L’impatto della tecnologia sul mercato del lavoro non va ignorato: con i lavoratori che perdono i loro posti le diseguaglianze possono aumentare e il “nostro tessuto sociale potrebbe sfilacciarsi ulteriormente”. Lo afferma il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, commentando la “G20 Surveillance Note” pubblicata dall’istituto di Washington. La dg invita i governi a riformare i sistemi dell’istruzione e a investimenti nelle infrastrutture digitali.

Secondo Lagarde, dati e statistiche devono essere usati per “aiutare i cittadini a fare fronte alle conseguenze dell’automazione e delle turbolenze che possono accompagnare l’introduzione di nuove tecnologie”, mentre i governi devono lavorare al miglioramento degli ammortizzatori sociali, alla riforma del sistema dell’istruzione e all’aumento degli investimenti in infrastrutture digitali. In generale, Lagarde ha sottolineato che “tutti i problemi dell’economia globale si possono affrontare, addirittura trasformandoli in vantaggi, ma solo se si riconosce che lo slancio della crescita non durerà per sempre”.

”L’avanzata della digitalizzazione, dell‘intelligenza artificiale e dell’automazione promettono di aumentare la produttività e la crescita” ma possono anche ridisegnare l’economia e il modo in cui si lavora, ”con il potenziale di aumentare le diseguaglianze” mette in evidenza il Fmi nel report. ”Data la dimensione dei possibili cambiamenti, serve una risposta politica ampia e coordinata per assicurare che la crescita sia condivisa. Queste politiche possono anche presentare sfide per i conti pubblici”.

”E’ stato stimato che le nuove tecnologie sostituiranno molti tipi di lavoro e creeranno nuove forme di lavoro, ma il loro potenziale effetto è difficile da prevedere – spiega il Fondo – Alcune recenti analisi di McKinsey Global Institute indicano che il 15% dei posti di lavoro globali saranno sostituiti dall’automazione entro il 2030. Un’altra analisi di Hawksworth, Berriman e Goel stima che l’automazione può sostituire più del 30% dei posti di lavoro entro il 2030 nei paesi Ocse” aggiunge il Fondo, precisando che le perdite di posti di lavoro possono essere bilanciate da nuove opportunità create dalla tecnologia. Un aumento dei robot in Giappone nell’industria manifatturiera è stato associato a una più alta produttività e a progressi sull’occupazione e sui salari”.

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