No all’obbligo di rientro in sede per tre giorni a settimana: in casa Apple monta la protesta e un gruppo di dipendenti riunitisi sotto la sigla “Apple Together” punta a bloccare il piano e a ottenere maggiore flessibilità decisionale.
Via alla raccolta firme
Secondo quanto riferisce il Financial Times il team ha già organizzato una petizione attraverso l’invio di un documento ai lavoratori del Gruppo ai quali si chiede di sostenere l’iniziativa che punta a evitare gli obblighi e a lasciare al personale la discrezionalità sulla base dei risultati e del tipo di lavoro svolto. “Molti dipendenti sono più contenti e produttivi lavorando fuori dagli schemi tradizionali”, fanno sapere i portavoce dell’iniziativa al Financial Times appellandosi dunque alla qualità del lavoro ma anche alla resa e dunque ai risultati positivi per l’azienda, “certificati” peraltro proprio dalle performance ottenute durante la fase più critica dei lockdown.
Il piano di Apple, Tim Cook: “Essenziale la collaborazione di persona”
“La collaborazione di persona è essenziale per la nostra cultura“, ha detto l’amministratore delegato Tim Cook annunciando che sarà richiesta la presenza fisica il martedì e il giovedì mentre il terzo giorno sarà deciso con i propri manager a seconda delle esigenze. Il programma pilota di rientro “aumenterà la flessibilità del lavoro. Sappiamo che c’è ancora molto da imparare al riguardo e siamo pronti ad ascoltare e crescere insieme nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”, ha osservato Cook mettendo l’accento sul fatto che si tratta di un’iniziativa pilota che più essere rivista a seconda delle necessità.