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Connessione per smart working: guida completa a velocità, stabilità e sicurezza



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Per lavorare da remoto in modo efficiente è fondamentale disporre di un’infrastruttura digitale affidabile. Scopri come scegliere le soluzioni più adatte per garantire continuità operativa, prestazioni elevate e protezione dei dati da remoto

Pubblicato il 29 mag 2025



smart working, lavoro, computer, competenze, skills

Il lavoro da remoto, o smart working, è diventato una componente essenziale del panorama lavorativo moderno. Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, nel 2024 gli smart worker italiani lavorano da remoto in media 9 giorni al mese nelle grandi imprese, 7 nella Pubblica Amministrazione e 6,6 nelle pmi. Questa modalità richiede una connessione internet affidabile, veloce e sicura per garantire produttività e continuità operativa.

Tipologie di connessione per smart working

Sono svariate le tipologie di connessione per smart working, vediamole nel dettaglio.

Adsl: la soluzione base

L’Adsl (Asymmetric Digital Subscriber Line) utilizza il doppino telefonico in rame per trasmettere dati, offrendo velocità di download fino a 20 Mbps e upload fino a 1 Mbps. Questa tecnologia è ormai superata per le esigenze dello smart working moderno, risultando inadatta per attività che richiedono videoconferenze o trasferimenti di file pesanti.

Fttc: un compromesso accettabile

La Fttc (Fiber To The Cabinet) porta la fibra ottica fino all’armadio stradale, utilizzando il rame per l’ultimo tratto fino all’abitazione. Offre velocità fino a 100 Mbps in download e 20 Mbps in upload, sufficienti per molte attività lavorative. Tuttavia, la qualità della connessione può variare in base alla distanza dall’armadio e alla qualità del cablaggio in rame.

Ftth: la scelta ideale

La Ftth (Fiber To The Home) porta la fibra ottica direttamente all’interno dell’abitazione, garantendo velocità elevate e una stabilità superiore. Con velocità simmetriche che possono raggiungere 1 Gbps, è la soluzione ideale per attività che richiedono un alto consumo di banda, come videoconferenze in alta definizione e trasferimenti di file di grandi dimensioni.

Connessioni mobili e satellitari: alternative flessibili

Le connessioni mobili 4G/5G e satellitari rappresentano alternative valide in aree non coperte dalla fibra. Le connessioni mobili offrono velocità variabili, con il 5G che può raggiungere velocità simili alla fibra ottica. Tuttavia, la stabilità può essere influenzata da fattori ambientali e dalla congestione della rete. Le connessioni satellitari, come quelle offerte da Starlink, possono raggiungere velocità elevate, ma presentano una latenza più alta e possono essere influenzate dalle condizioni meteorologiche.

Velocità e stabilità: parametri fondamentali

Una connessione veloce e stabile è cruciale per evitare interruzioni durante le attività lavorative. La velocità di download e upload deve essere adeguata alle esigenze specifiche del lavoro svolto. Ad esempio, per videoconferenze in alta definizione, è consigliata una velocità di upload di almeno 5 Mbps.

La stabilità della connessione dipende dalla qualità dell’infrastruttura e dal numero di dispositivi connessi. Utilizzare una connessione cablata tramite cavi Ethernet può ridurre le interferenze e migliorare la stabilità rispetto al Wi-Fi.


Sicurezza della connessione: proteggere dati e privacy

Utilizzo di Vpn e firewall

Per proteggere i dati aziendali e la privacy dei lavoratori, è fondamentale utilizzare reti private virtuali (Vpn) e firewall. Le Vpn cifrano il traffico internet, impedendo l’accesso non autorizzato alle informazioni sensibili. I firewall aziendali monitorano e controllano il traffico di rete, prevenendo accessi indesiderati e proteggendo da minacce esterne.

Backup e protezione dei dati

Implementare soluzioni di backup, sia locali che in cloud, è essenziale per garantire la continuità operativa in caso di guasti o attacchi informatici. Servizi di backup ibridi offrono una combinazione di backup on-site e in cloud, assicurando la conformità al Gdpr e la business continuity.

Policy aziendali per lo smart working efficace

L’efficacia dello smart working non dipende soltanto dalla disponibilità di una connessione adeguata e di strumenti digitali, ma è strettamente legata alla definizione e attuazione di policy aziendali chiare, strutturate e condivise. Queste policy rappresentano l’ossatura normativa e organizzativa su cui poggia il lavoro da remoto, e devono tenere conto tanto delle esigenze produttive dell’impresa quanto dei diritti e del benessere del lavoratore.

Accordi individuali e diritto alla disconnessione

Lo smart working in Italia è regolato dalla Legge 22 maggio 2017, n. 81, che prevede l’obbligo di accordi individuali tra datore di lavoro e dipendente. Tali accordi non solo stabiliscono la possibilità di svolgere l’attività fuori dai locali aziendali, ma devono anche definire con precisione:

  • le modalità operative del lavoro da remoto,
  • i tempi di reperibilità e di disconnessione,
  • gli strumenti tecnologici messi a disposizione dal datore di lavoro,
  • le modalità di controllo dell’attività,
  • le misure adottate per garantire la sicurezza e la protezione dei dati.

Uno dei temi centrali nelle policy moderne è il diritto alla disconnessione, ovvero la possibilità per il lavoratore di “staccare” al di fuori dell’orario lavorativo. Secondo il “Manifesto per lo Smart Working Sostenibile” pubblicato da Adapt e Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, questo diritto è considerato cruciale per la prevenzione del burnout e per l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Molte aziende virtuose, soprattutto nel settore tech, hanno già implementato policy di “silenzio digitale” che limitano le comunicazioni aziendali oltre una certa fascia oraria.

Formazione e supporto tecnico

La formazione continua è uno dei pilastri dello smart working efficace. I dipendenti devono essere messi in grado di utilizzare con competenza gli strumenti digitali, i software collaborativi (es. Microsoft Teams, Google Workspace, Slack), le Vpn aziendali e le piattaforme per la gestione documentale.

Le aziende più avanzate affiancano alla formazione tecnica anche percorsi di soft skills mirati allo smart working, come:

  • gestione del tempo e delle priorità,
  • capacità di lavorare in modo autonomo,
  • comunicazione efficace in ambienti digitali.

Un report di Deloitte del 2024 dedicato al “Future of Work” evidenzia come le organizzazioni che investono in upskilling per il lavoro da remoto registrino un +17% di produttività e un +23% di engagement dei dipendenti. Parallelamente, è fondamentale che l’azienda fornisca supporto tecnico tempestivo e costante. I lavoratori da remoto devono poter contare su un help desk disponibile in tempi rapidi, capace di risolvere criticità tecniche legate alla connettività, all’accesso alle piattaforme cloud o a problemi di sicurezza informatica.

Strumenti aziendali e responsabilità

L’azienda ha la responsabilità di fornire tutti gli strumenti necessari allo svolgimento dell’attività da remoto. Tra questi:

  • hardware adeguato (pc aziendali, webcam, cuffie professionali),
  • software licenziati e aggiornati,
  • accesso sicuro alla rete aziendale (tramite Vpn, autenticazione a due fattori, crittografia end-to-end),
  • piattaforme di monitoraggio e reporting.

Tuttavia, l’adozione di strumenti di monitoraggio non deve trasformarsi in un controllo invasivo o oppressivo. Il Garante della Privacy ha più volte richiamato le aziende alla necessità di rispettare la normativa Gdpr e il principio di proporzionalità nel trattamento dei dati personali anche durante lo smart working.

Cultura organizzativa e leadership distribuita

Lo smart working efficace non si costruisce solo con le policy scritte, ma si alimenta attraverso una cultura organizzativa orientata alla fiducia, alla trasparenza e alla responsabilizzazione.

Il passaggio da un modello “presenzialista” a uno orientato ai risultati implica un ripensamento della leadership: serve una leadership distribuita, capace di motivare, ascoltare e coordinare team a distanza. In questo contesto, i manager diventano facilitatori del lavoro anziché meri controllori. L’adozione di metriche orientate agli obiettivi (Okr – Objectives and Key Results, KPI – Key Performance Indicators) è uno strumento utile per mantenere alta la produttività senza vincolare i lavoratori a orari rigidi.

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