LA CLASSIFICA

Smart working al giro di boa: in Italia lo adotta il 50% delle aziende

E il 55,56% delle imprese sta pianificando iniziative di orario flessibile. Ma restano i timori legati a sicurezza, privacy e governance. Ecco i dati della ricerca Idc

Pubblicato il 21 Giu 2019

Enzo Lima

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Il 50% delle aziende italiane ha adottato lo smart working. È quanto emerge da una ricerca realizzata da Idc per Dell Technologies e VMware, che ha preso in esame le strategie delle aziende europee legate all’utilizzo della tecnologia sul posto di lavoro in 7 Paesi (Italia, Francia, Spagna, Germania, Polonia, Repubblica Ceca e Gran Bretagna).

Se complessivamente solo il 29% delle aziende ha adottato una strategia orientata al “Future of Work”, il focus sui singoli Paesi mostra situazioni differenti: in Italia il dato sale al 50%, al di sopra di quello messo a segno da Spagna (42,86%) e Germania (45,28%) e appena al di sotto di quello della Repubblica Ceca (50,91%) e non così lontano dalla Francia (56,36).

Il 55,56% delle imprese italiane, emerge inoltre dall’indagine, offre – o sta pianificando di offrire – ai propri dipendenti un orario di lavoro flessibile. E il 44,44% predispone – o sta predisponendo – una location “flessibile” per i propri dipendenti. Oltre il 46% inoltre ha iniziato ad adottare nuove policy di sicurezza per essere in linea con i nuovi stili di lavoro. Su quest’ultimo parametro l’Italia è leggermente sotto la media europea (48%), con l’Inghilterra che guida la classifica (64,41%), seguita dalla Germania (56,6%). Fanalino di coda la Polonia, con appena il 37% delle aziende impegnate a interpretare il binomio tra sicurezza Ict e nuove dinamiche lavorative.

Per il 37,04% delle imprese italiane, il miglioramento dell’equilibrio tra vita lavorativa e privata dei propri dipendenti è uno degli obiettivi principali dei programmi di smart working. Si tratta di una cifra ampiamente sotto la media europea (quasi 40%) e molto distante dai livelli registrati in Spagna (53,57%), Germania (49,06%) e Inghilterra (47,46%). Molto più sentito, per le imprese nostrane, l’elemento dell’efficientamento dei costi, prioritario per il 48,15% del panel intervistato (40,16% la media europea).

Tra le barriere che rallentano l’adozione di progetti legati allo smart working in Italia si segnalano timori legati ad aspetti come sicurezza, privacy e governance aziendale.  “Le evidenze contenute nello studio di Idc dimostrano chiaramente come l’adattamento agli stili di lavoro del futuro sia ormai un tema centrale nelle strategie aziendali. Un numero crescente di imprese in Europa, infatti, si sta muovendo correttamente proprio in questa direzione”, ha commentato Marco Fanizzi, VP & GM Enterprise Sales di Dell Technologies. “In Italia, oltre il 45% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere in programma un incremento degli investimenti relativi alla trasformazione del posto di lavoro nei prossimi 12 mesi. Ma il cosiddetto futuro del workplace non deve mirare solamente a soddisfare le necessità delle aziende. Al centro, bisogna mettere – senza alcun dubbio – le persone, chiamate a guidare nel concreto questa trasformazione”.

“I giovani oggi sono molto più selettivi quando devono decidere il posto dove andare a lavorare”, ha commentato Filippo Ligresti, VP & GM Commercial Sales di Dell Technologies. “Le aziende sono chiamate a trasformare il proprio workplace per attrarre, trattenere e permettere ai migliori talenti di esprimersi al meglio. Le persone sono il cuore pulsante dell’attuale trasformazione digitale, che sta cambiando radicalmente il modo in cui in futuro verrà interpretato il lavoro e l’ufficio fisico. Tutte quelle iniziative che mirano a migliorare l’esperienza di lavoro attraverso maggior flessibilità, mobilità e produttività avranno un impatto significativo sulle performance e sul successo delle imprese”.

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