L'INTERVENTO

Smart working e PA, Tagliavini: “Errore il rientro in ufficio, serve innovare i processi”

L’analisi del consigliere di Federmanager Roma: “Il lavoro agile doveva essere l’occasione per trasformare il modo di gestire le attività. Il piano di Brunetta è un passo indietro”. Ma l’associazione si dissocia

Pubblicato il 30 Ago 2021

Guelfo Tagliavini

Consigliere Federmanager Roma

smart home- smart working

In una nota a CorCom, Federmanager puntualizza che “le opinioni espresse dall’autore sono a titolo del tutto personale e non sono condivise né condivisibili dall’Organizzazione. Riteniamo che il Ministro Brunetta, insieme alla sua struttura, stia compiendo uno sforzo notevole per l’ammodernamento della pubblica amministrazione realizzando un progetto di riforma che promette di rivoluzionare in positivo la macchina pubblica. Tutta Federmanager, pertanto, prende le opportune e significative distanze dai contenuti dell’articolo in questione e porge i migliori auguri di buon lavoro al Ministro”.

L’INTERVENTO DI TAGLIAVINI
Il ministro Brunetta ha finalmente potuto realizzare il suo sogno disponendo che, dal prossimo mese, tutti i dipendenti della PA rientrino nelle rispettive sedi lavoro.
A supporto di tale decisione ha presentato il rapporto della Mazziero Research dal quale si apprenderebbe che il rientro in massa del personale della pubblica amministrazione determinerebbe un incremento di produttività nell’ordine del 2 per cento.
Con questa decisione basata su dati  di Mazziero Research, che qualificati centri di ricerca internazionale smentiscono categoricamente  – è stato calcolato che il corretto utilizzo di modalità di Innovation work ha determinato un incremento medio  di produttività del 25/30% – il ministro della PA ha decretato la “morte” dello smart working. Ci aveva provato con i primi provvedimenti che avevano avuto lo scopo di svuotare la riforma della ministra Dadone ed oggi grazie all’arretramento
dei contagi da Covid 19 ha dato il colpo di grazia.
E pensare che la sfortunata vicenda della pandemia, che ancora ci attanaglia, sarebbe potuta essere l’occasione per dare corpo ad una revisione dei processi lavorativi della PA. Doveva essere l’occasione per potenziare radicalmente i programmi di formazione ed introdurre  le tecnologie abilitanti in chiave di innovazione digitale.
E’ un vero peccato che, anziché far fare passi avanti all’organizzazione statale a servizio dei cittadini, si sia preferito ritornare a modalità di lavoro che troppo spesso non hanno incontrato il favore dei propri utenti. Speriamo che non si debba incappare in una nuova pandemia per innovare le modalità di lavoro.  Forse sarà sufficiente un nuovo ministro.

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