POST COVID-19

Smart working, nella PA stop da fine settembre: ecco il piano Brunetta

Il ministro al lavoro su una direttiva da inviare ai dirigenti per richiamare in ufficio i dipendenti pubblici. Secondo un report di Mazziero Research la mossa determinerebbe una crescita ulteriore del Pil di circa il 2%

Pubblicato il 27 Ago 2021

F. Me

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Stop allo smart working per i dipendenti pubblici già da fine settembre. Un piano a cui starebbe lavorando, come riporta Il Messaggero, il ministro della PA Renato Brunetta che ha espresso questa volontà anche nei giorni scorsi a margine del Festival dei Sensi che si è tenuto a Cisternino in provincia di Brindisi.

Secondo il ministro, con l’economia  italiana in recupero – la crescita stimata quest’anno è del 6% – dopo il lungo stop dovuto al lockdown e alla pandemia è fondamentale che i dipendenti pubblici rientrino in ufficio.

A supporto del progetto di Brunetta un report di Mazziero Research secondo cui  nel 2021 se tutti i lavoratori della PA tornassero in ufficio a quel 6% di crescita andrebbe aggiunto un 2% in più.

“Un rientro dallo smartworking – si legge nel report – contribuirebbe al ritorno alla normalità e fornirebbe una spinta a settori che ancora non hanno avuto modo di recuperare pienamente come ristorazione collettiva, caffetteria, abbigliamento e altre attività indotte che consentirebbero di far crescere ulteriormente il Pil di circa il 2% su base annua (stima approssimativa dopo 12 mesi dal rientro)”.

Brunetta ha anche ristabilito che la modalità “ordinaria” di svolgimento della prestazione lavorativa è in presenza e non da remoto come, invece, aveva deciso l’ex ministra Fabiana Dadone. In questo senso Palazzo Vidoni starebbe pensando di predisporre uan direttiva da inviare ai dirigenti delle PA per richiamare i lavoratori.

Il Dl Riaperture dello scorso aprile, convertito in legge a giugno,  aveva prorogato il ricorso allo smart working semplificato, dunque senza accordi individuali così come previsto dalla legge sullo smart working del 2017, fino a fine dicembre 2021: le PA possono operare in modalità “agile” fino alla definizione della disciplina del lavoro agile da parte dei contratti collettivi (ove previsti) e comunque non oltre al 31 dicembre 2021, organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso modalità digitali e prevedendo flessibilità dell’orario di  lavoro.

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