IL REPORT

Smart working, lavoratori più produttivi: la spinta dalla digitalizzazione

Secondo i risultati del progetto “Smart & Value” dell’Università di Bologna, in collaborazione con Manageritalia e Stantec, il lavoro agile ha effetti importanti sul benessere dei dipendenti e sulle performance aziendali. Alla base forte impegno sull’innovazione e sulla riorganizzazione dei processi

Pubblicato il 16 Set 2022

Federica Meta

Giornalista

woman's hands busy working on her laptop
beautiful young hipster woman's hands busy working on her laptop sitting at wooden table in a coffee shop

In soli sei mesi di smart working parziale (2/3 giorni a settimana), oltre 300 dipendenti di 11 aziende hanno evitato spostamenti per oltre 700mila km, pari a più di 17 giri dell’equatore, ed emissioni di CO2 pari a quelle assorbite in un anno da una foresta di 32 ettari. Ma non solo: hanno risparmiato costi, tempo (-14.000 ore di spostamento casa-lavoro) e guadagnato in benessere e qualità della vita. Tanti anche i benefici per le aziende, che hanno così dipendenti più sereni, collaborativi e produttivi. L’enzima alla base del successo è la gestione manageriale a supporto di una profonda trasformazione organizzativa e digitale. 

Sono i risultati del progetto “Smart & Value”, nato dalla partnership tra Stantec e Dilium con il Sustainability & Circular Economy Lab, in collaborazione con l’Università di Bologna e Manageritalia Emilia-Romagna.

“Smart&Value ha dimostrato che lo smart working si può misurare: grazie a Stantec e alle aziende partecipanti abbiamo aperto una finestra su un mondo intuibile, ma di fatto sconosciuto – spiega Rebecca Levy Orelli, Professoressa Associata Dipartimento Scienze Aziendali Università di Bologna e responsabile scientifico Sustainability & Circular Economy Lab – E misurare ci permette di conoscere e di prendere decisioni per il futuro delle aziende e della collettività”.

Le aziende coinvolte

L’iniziativa ha coinvolto 11 aziende del territorio bolognese e di altre parti d’Italia (AlmaLaureaSrl, Autogrill, Copma Crif, Daiichi Sankyo, Enav, Eni, Epta, PittaRosso, Sisal e Würth Italia) per un totale di oltre 300 dipendenti, che per sei mesi si sono impegnate a misurare il proprio modello di smart working in termini di impatto di Co2 nell’atmosfera, km percorsi, tempi di viaggio, costi per i dipendenti e per l’azienda e produttività. Emergono così chiaramente i molti benefici del lavoro agile, che impatta non solo sui singoli lavoratori e sulle aziende, ma sull’intera collettività.

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Benefici in termini di costi, tempo e, naturalmente, qualità della vita: lavorando in smart working, i dipendenti hanno risparmiato i costi di carburante, pedaggi, parcheggi, di alcune spese per la gestione familiare (baby-sitter) e quasi 14.000 ore di spostamenti casa-lavoro (6,7 anni). Tempo e soldi dedicati invece alla famiglia, al benessere, allo sport e anche alla formazione. I lavoratori si sono detti soddisfatti anche del proprio lavoro: il 37% degli intervistati si è detto meno stressato, il 25% più concentrato e il 7% più creativo; solo il 4% preferisce lavorare sempre in ufficio. Non mancano, i benefici per le imprese: i reparti hr delle aziende hanno rilevato un miglioramento della produttività, del lavoro per obiettivi, e delle competenze digitali delle persone. Anche la digitalizzazione delle procedure e dei modelli organizzativi è migliorata, insieme all’uso degli spazi e alla gestione dei costi.

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