INNOVAZIONE

Smart working, nella PA si apre la sfida post-pandemia. Brunetta: “Nei contratti le nuove regole”

Dopo l’eliminazione della soglia del 50% il ministro punta a definire un quadro in linea con le esigenze nel new normal: flessibilità parola d’ordine. E convoca il 12 maggio l’Osservatorio sul lavoro agile. Ma il banco di prova saranno i rinnovi dei Ccnl

Pubblicato il 04 Mag 2021

smart working

Via la soglia del 50% per lo smart working nella PA e gli uffici sono pronti a riorganizzarsi. Il ministro della PA, Renato Brunetta, ci ha tenuto ad evidenziarlo intervenendo all’evento online “Il cambiamento della PA”, promosso dal Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università Bocconi.

“Non si uccide affatto lo smart working – ha chiarito il ministro – Lo si libera e si lascia il massimo dell’autonomia organizzativa agli uffici. Ricordando sempre che la PA non esiste in sé per dare uno stipendio a 3,2 milioni di dipendenti pubblici, ma esiste per fornire servizi a 60 milioni di italiani. La risposta è finora molto positiva. Gli uffici intelligentemente si stanno riorganizzando avendo come faro la soddisfazione di cittadini e imprese. Saranno le amministrazioni a decidere in progress fino a fine anno come organizzare il lavoro negli uffici stabilendo il numero di dipendenti da collocare in smart working in ragione di tre parametri: produttività, efficienza e customer satisfaction”.

Da un primo monitoraggio effettuato dalla Funzione pubblica, all’indomani del dl Proroghe che ha eliminato la soglia del 50% di dipendenti “agili”, emerge l’intelligenza e la flessibilità delle risposte delle amministrazioni tutte, centrali e locali. “Si dimostra pertanto rispettato in pieno lo spirito della norma – fa sapere una nota di Palazzo Vidoni – il ritorno alla normalità avverrà con un processo graduale, coerente con il progressivo riavvio delle attività in tutto il Paese, con le regole di prevenzione anti-contagio e con le esigenze del sistema dei trasporti, ma soprattutto restituendo alle singole amministrazioni la piena autonomia organizzativa”.

Le prime mosse delle grandi città si muovono in questa direzione: da Roma a Milano, da Bari a Firenze, si verificheranno le esigenze di servizio e il sostegno alle riaperture con le diverse misure di contenimento e di prevenzione del rischio. A Genova si è scelto da tempo di aprire un tavolo con i sindacati per definire le soluzioni migliori che possano soddisfare le necessità dell’ente e quelle dei dipendenti.

Intanto il 12 maggio Brunetta ha convocato l’Osservatorio del lavoro agile al fine di monitorare costantemente la situazione.

“È importante aver lasciato alle singole amministrazioni la facoltà di decidere liberamente il numero di dipendenti in smart working sulla base di alcuni indicatori fondamentali: la continuità e l’efficienza dei servizi e la soddisfazione degli utenti, ossia di 60 milioni di italiani -spiega ancora Brunetta – È un’operazione che va letta senza paura e senza allarmismi: in progress gli uffici si autoregoleranno, perché hanno il massimo dell’autonomia e della flessibilità, e i servizi per cittadini e imprese miglioreranno e aumenteranno. Parallelamente, ai tavoli per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, lo strumento del lavoro agile sarà opportunamente regolato, a tutela dei lavoratori. È un ulteriore elemento per valorizzare il lavoro da remoto. Per questo dico che avremo una Pubblica amministrazione più flessibile, più efficiente e più rispondente all’unico faro: la soddisfazione dei cittadini, la soddisfazione delle imprese”.

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