INNOVAZIONE

Smart working “semplificato”, Di Raimondo: “Positiva adozione del modello Tlc”

La direttrice di Asstel plaude all’emendamento al dl Sostegni Ter che facilita anche nel new normal le modalità di comunicazione dell’accordo individuale sul lavoro agile: “Obiettivo il miglioramento di produttività, qualità della vita, sostenibilità ambientale e parità di genere”

Pubblicato il 11 Mar 2022

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“Esprimiamo il nostro apprezzamento per la notizia della presentazione di un emendamento al dl Sostegni Ter che conserva le modalità semplificate di trasmissione delle comunicazioni relative allo svolgimento dello smart working anche successivamente alla cessazione dello stato di emergenza”. Lo dichiara Laura Di Raimondo, direttrice di Asstel- Assotelecomunicazioni, secondo cui l’emendamento “va nella direzione, auspicata dalla filiera Tlc, di semplificare le modalità di comunicazione dell’accordo individuale e agevolare il percorso per rendere strutturale lo svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile”.

Stesso modello adottato dalle Tlc

Si tratta di un modello di organizzazione del lavoro “utilizzato con successo dalle imprese della filiera Tlc – spiega Di Raimondo – anche nella fase dell’emergenza, e destinato a permanere in maniera strutturale nella next normal. Siamo conviti che il lavoro agile consenta il miglioramento della produttività, dell’equilibrio tra la qualità della vita e del lavoro, della sostenibilità ambientale, della parità di genere, attraverso il consolidamento dell’investimento sulle competenze innovative delle persone con la formazione permanente”.

Cosa prevede l’emendamento

L’emendamento al decreto Sostegno ter del ministero del Lavoro, in relazione al protocollo sottoscritto dalle parti sociali del 7 dicembre 2021, consente alle aziende di conservare in sede i testi degli accordi individuali senza doverli  spedire in formato Pdf. Resta obbligatoria la comunicazione (sia per l’inizio del periodo di smart working sia per il rientro in sede) altrimenti è prevista una sanzione da 100 a 500 euro per ogni dipendente.

L’obbiettivo, in vista della conversione in legge del decreto che arriverà negli ultimi giorni di marzo, è quello di dotare le aziende di un modulo standard per una comunicazione telematica unica che non preveda di allegare i testi degli accordi con i singoli dipendenti (non ci sarebbe proprio il tempo per metterli a punto) che saranno poi stabiliti in base al contratto nazionale e al protocollo del 7 dicembre.

Smart working, cosa ne pensano gli italiani

Lo smart working piace alla maggioranza dei lavoratori italiani. Ma rimangono in campo una serie di nodi ancora da risolvere, sia sul fronte pubblico sia su quello privato: diritto alla disconnessione e costi dell’energia i problemi più urgenti sul tavolo. Emerge dal policy brief realizzato dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche (attraverso l’indagine Plus).

Lavoro da remoto, le cifre dell’Italia

Prima della pandemia 2.458.210 occupati (pari all’11%) lavoravano da remoto. Nel 2021 i lavoratori agili sono saliti a 7.262.999 (e la quota sul totale degli occupati è balzata al 32,5%). Il 46% dei lavoratori, si legge nel report, vorrebbe continuare a svolgere la propria attività in modo agile almeno un giorno e quasi 1 su 4 tre o più giorni a settimana.

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