Addio notizie online gratis. Anche il New York Times torna a far pagare

Il quotidiano statunitense “bissa” il tentativo già fatto nel 2005 per bloccare l’emorragia di pubblicità

Pubblicato il 18 Gen 2010

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Dopo il Wall Street Journal e il Financial Times, anche il New
York Times sembra intenzionato a rendere a pagamento la sua
versione online, secondo quanto riportato dal ‘New York’.

E’ un ritorno al passato per il quotidiano della Grande Mela,
che già nel 2005 ci aveva provato, per poi tornare sui propri
passi due anni dopo a causa dello scarso appeal esercitato sui
potenziali lettori. Questa nuova sterzata sarebbe dovuta al fatto
che le entrate pubblicitarie si sono notevolmente ridotte a causa
della crisi.

Si tratta solo di indiscrezioni per ora, ma le parole della
portavoce del giornale Diane McNulty, sembrano in parte
confermare la notizia. “La decisione sarà annunciata nel
momento in cui saremo certi di aver identificato il miglior
modello di business possibile. Fino ad allora nessun
dettaglio”, ha precisato la portavoce. Il Nyt potrebbe
ufficializzare la sua decisione il 27 gennaio, in coincidenza con
il lancio dell’iSlate, il tablet di Apple che potrebbe aver
stretto un accordo con il quotidiano relativamente all’utilizzo
dei suoi contenuti digitali.

Possiamo dire addio alle notizie free anche sul giornale che nel
2009, per la prima volta nella storia dell’editoria di vertice,
ha visto i suoi utenti online superare quelli cartacei. Per
quanto riguarda il metodo di pagamento, la scelta oscilla fra la
politica del Wsj, che offre parte delle news gratis e parte in
abbonamento, e quella del Financial Times, che consente la
lettura gratuita di un certo numero di articoli al mese, superata
la quale chiede all’utente di pagare. Al momento il Nyt è più
orientato verso la seconda metodologia.

Contro questa scelta si sarebbe schierato Martin Nisenholtz,
responsabile del comparto digitale, secondo cui il vasto pubblico
del sito – 16 milioni di utenti unici al mese – attendeva
solo la maturazione del business della pubblicità online per
trasformarsi in un’ottima fonte di guadagno. E sarebbe stato
proprio il calo delle inserzioni provocato dalla crisi
finanziaria a spingere i vertici del quotidiano a questa
svolta.

La decisione del Nyt conferma una tendenza che si sta sviluppando
negli ultimi mesi, e potrebbe spianare la strada a molti altri
giornali con le stesse intenzioni. A sostenere con più vigore il
ritorno alle news a pagamento è stato il magnate australiano dei
media Rupert Murdoch, mentre secondo l’Economist, che ha
introdotto la formula a pagamento per l’accesso online ai
contenuti dell’edizione cartacea, “il 2010 sarà l’anno in
cui gli editori cercheranno di far pagare i loro lettori perché
non hanno scelta, visto che l’advertising online è in caduta
libera”.

D’altronde tutti i più accaniti sostenitori della rivoluzione
del web sostengono da tempo che il giornale cartaceo è destinato
a scomparire, soppiantato dal modello online. Ma i lettori
saranno d’accordo? Secondo un recente sondaggio effettuato
dalla società di ricerca specializzata Harris, il 77% degli
utenti online non è intenzionato a sborsare neppure un centesimo
per le news online e solo il 19% sarebbe dell’idea di pagare
cifre comprese fra uno e 10 dollari al mese. Insomma, la
battaglia è più che mai aperta, e Google News sta a guardare.

 
 

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