STRATEGIE

Auditel guarda al futuro: entro l’anno rilevazioni da device digitali

L’annuncio del presidente Andrea Imperiali: “Più spazio alle nuove modalità di fruzione della tv”. Affondo contro gli Ott: “Serve una gestione più etica del dato da parte di Google & co”

Pubblicato il 15 Feb 2018

TV-convergenza-media

Entro il 2018 l’Auditel prevede la prima pubblicazione dei dati degli ascolti televisivi sui device digitali che si aggiungono a quelli oggi rilevati su 440 canali del digitale terrestre e su 290 canali satellitari. Lo ha annunciato il presidente Andrea Imperiali nel corso del convegno “30 anni di Auditel” nel corso del quale è stata presentata la Relazione annuale 2017.

“Negli ultimi anni il mercato televisivo ha subito mutamenti radicali – ha spiegato- la digitalizzazione dei contenuti e l’innovazione tecnologica hanno dato spazio a nuovi soggetti, nuovi linguaggi e nuove modalità di fruizione. In poco più di un decennio dalle 6/7 reti nazionali generaliste, oggi si possono contare centinaia di emittenti. L’innovazione tecnologica ha poi moltiplicato le piattaforme intrecciando l’etere e il web. Dopo aver triplicato il panel, che oggi non ha uguali a livello mondiale per la numerosità in rapporto alla popolazione, Auditel si prepara a rilevare già da quest’anno gli ascolti televisivi anche sui device digitali”.

Auditel – ha sottolineato Imperiali – per intercettare le dinamiche di visione sempre più multipiattaforma ha proceduto anche a una profonda evoluzione della propria ‘ricerca di base’, l’accurato processo di rilevazione che fotografa sette volte l’anno la società italiana, le strutture famigliari e la loro interazione con l’intero ecosistema dei media. Il monitoraggio dei nuovi dispositivi infatti che si basa su modelli di fruizione più individuali e frammentati, ha richiesto un’analisi molto più capillare e individuale”. Auditel ha siglato un protocollo di intesa con Istat, interlocutore d’eccellenza sui temi statistici, per monitorare scientificamente i cambiamenti di vita della popolazione e le strutture delle famiglie italiane, compresi i loro consumi mediatici.

“Il nuovo campione e il piano di implementazione è stato oggetto di un accurato processo di verifica e condivisione con Agcom, riguardo l’univocità della metrica e la massima inclusività delle 440 emittenti rilevate – ha proseguito – Ciò ha consentito alla società di intraprendere un percorso regolato e condiviso, svolgendo il proprio compito in maniera severa e trasparente, fino a costituire una garanzia per tutti. Pienamente consapevole della delicatezza del suo ruolo, Auditel intende affrontare questo percorso pienamente incardinata nel sistema istituzionale e regolatorio del Paese”.

L’impegno di Auditel verso una maggiore trasparenza nelle modalità di rilevazione è stato evidenziati dal Garante Antitrust, Giovanni Putruzzella. “ C’è una grande opacità che caratterizza le rilevazioni dei grandi operatori di Internet – ha avvisato – Oggi siamo in presenza di una scatola nera data dagli algoritmi utilizzati da queste grandi piattaforme, nessuno sa come funzionano questi meccanismi di rilevazione. Auditel, invece,è una scatola trasparente”.

“Le Autorità nazionali non possono imporre di rendere trasparente questo algoritmo ma possono intervenire quando queste piattaforme usano il loro potere di mercato per impedire lo sviluppo competitivo di altri soggetti”. Ha spiegato Pitruzzella, ricordando come sia importante che òe diverse autorità (Antitrust, Agcom, Garante per la Privacy) lavorino “in sintonia” e ha ricordato l’analisi conoscitiva congiunta avviata sui big data, un’analisi “molto importante”.

Oggi “ci sono tutte analisi teoriche”, ma dobbiamo conoscere “in concreto” per salvaguardare “il futuro dell’industria della produzione dei contenuti ma anche per salvaguardare la nostra identità culturale”. In questo scenario gioca un ruolo importante anche la comunicazione, perché, ha spiegato Pitruzzella, bisogna tener presente che “quando operiamo su internet non è tutto gratuito, c’è un hidden cost, spesso paghiamo con i nostri dati”.

Per Imperiali “è veramente urgente la domanda di una maggiore eticità nella gestione dei dati a tutela del mercato e di uno sviluppo sostenibile di esso. Occorre, inoltre, garantire un assetto capace di porsi (e di imporsi) in contrapposizione a un modello totalmente deregolamentato che non appare più sostenibile”.

“Sul mercato dei contenuti audiovideo – ha evidenziato Imperiali – agisce oggi una molteplicità di soggetti, come Facebook, Google, Amazon, quali interlocutori che offrono servizi di rete sociale e sono in grado di raccogliere ovunque, fuori da ogni controllo e certificazione di terze parti, big data e una massa di informazioni colossale basata su nuove metriche e algoritmi sempre più imperscrutabili”. “Tutti, a partire dagli investitori pubblicitari, reclamano a chiare lettere trasparenza e responsabilità. Ed è dunque indispensabile innovare – ha osservato il presidente – per realizzare indagini sempre più solide ed evolute, che siano rese credibili da sistemi tecnologici avanzati e fondate su controlli chiari, condivisi e certificati”.

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