Il comitato dei nove della commissione Giustizia della Camera ha
trovato un accordo bipartisan che "salva" i blog
dall'obbligo di rettifica con il conseguente rischio di dover
pagare multe salate.
E' stato approvato all'unanimità con il parere favorevole
del governo il
testo di Roberto Cassinelli (Pdl) che distingue le testate
giornalistiche online dai siti amatoriali. L'obbligo di
rettifica entro 48 ore rimane, quindi, solo per i siti di
informazione registrati ai sensi della legge sulla stampa.
Il testo Cassinelli è identico anche a uno dell'Udc a firma
Rao e uno del Pd a firma Zaccaria. La modifica arriverà
nell'aula della Camera come testo della commissione.
La prima a commentare positivamente l'accordo è stata Giorgia
Meloni, ministro della Gioventù, che
ieri aveva auspicato una modifica della norma ammazza-blog.
"Credo che si sia compiuta una scelta di buon senso escludendo
i blog dalla norma sull'obbligo di rettifica, rinviando la
disciplina di questi cosi' come quella dei siti personali a un
dibattito più approfondito – ha detto la Meloni – Sono felice del
risultato ottenuto: si è tenuto conto dell'ampia sensibilità
che esiste in parlamento su questo tema".
Il deputato di Fli, Benedetto della Vedova, parla di ''una
buona notizia". "Grazie all'impegno della relatrice
Giulia Bongiorno, la maggioranza ha rinunciato ad una
'stretta' sulla Rete che non sarebbe stata degna di un
paese libero e democratico – ha sottolineato – Mi aspetto ora che
l'emendamento sia votato all'unanimità
dall'assemblea''.
Il presidente della commissione Trasporti e Tlc della Camera, Mario
Valducci, spera ora che "che l'oscuramento di Wikipedia
(l'enciclopedia web ha deciso l'oscuramento per protestare
contro il bavaglio alla rete ndr) termini al più presto, e posso
assicurare l'impegno mio personale e della Commissione
Trasporti Poste e Telecomunicazioni della Camera per evitare che
siano presenti all'interno del provvedimento norme confliggenti
con lo sviluppo di internet e con quella libertà che ha sempre
connotato la nostra parte politica"
"Il ddl intercettazioni – ha voluto però precisare Valducci
– risponde ad un'esigenza ormai improcrastinabile: la tutela
della privacy. Non bisogna però rischiare che il comma 29 rechi
problemi alla libertà della rete, producendo effetti
indesiderabili".