NEW MEDIA

Broadcaster, grandi manovre per arginare l’onda Netflix

Contenuti al centro delle nuove strategie delle media company per valorizzare i diritti di serie e programmi e far fronte all’assalto degli over the top

Pubblicato il 10 Giu 2014

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Era il luglio 2007 quando Mediaset ed altri gruppi conclusero l’acquisizione di Endemol, produttore del Grande Fratello. Un deal che oggi risulta azzardato (Endemol fu valutata 3,4 miliardi di dollari) perfino secondo gli standard pre-crisi, scrive in un’analisi il Financial Times. Una volta venuto a mancare il picco di popolarità raggiunto dal reality la Endemol fu incapace di ripagare i suoi debiti. E lasciò gli azionisti a mani vuote. Ma quel fallimento non ha mai intaccato l’entusiasmo con cui i broadcaster tuttora guardano all’acquisizione di società produttrici di contenuti. E come mostra la lunga serie di accordi in corso, le valutazioni stanno crescendo un’altra volta.

La scommessa dei broadcaster è questa: essere in possesso dei diritti di contenuti di alta qualità per essere in grado di mantenere la presa sia sugli utenti spettatori sia sulle revenue nonostante la competizione delle piattaforme online come Netflix e Youtube.

“Si va affermando l’idea il valore del contenuto vada oltre quello che il consumatore è disposto a pagare per ogni singolo contenuto”, dice David Lomer, investment banker a JPMorgan. “Inoltre si assiste a una crescente innovazione sui modelli adottabili dalle media company per monetizzare i contenuti”.

A maggio la britannica Itv ha acquisito una compagnia di produzione statunitense, la Letfield Entertainement, per 800 milioni di dollari: il più grande accordo dalla nascita di Itv, maggiore perfino dell’acquisizione di Friends Reunited, il sito web. Ancora: Liberty Global, gruppo via cavo, ha fatto squadra con Discovery Communications per acquisire per 550 milioni di dollari All3Media che produce Midsomer Murders. Notare che Liberty aveva detto più volte che si sarebbe concentrata sulla fornitura di internet, invece che sui contenuti. Un terzo accordo potrebbe creare una delle più grandi compagnie di produzione indipendenti del mondo. Apollo Global Management, il gruppo di private equity che controlla Endemol, sta cercando di fondere la società con altre content company: Core Media (produce American Idol) e Shine Group (21st Century Fox). Tutti accordi insomma che mettono al centro della scena il contenuto, anche se il profilo delle aziende acquisite è molto diverso. Letfield sembra stia imprimendo uno sprint alla crescita, spinto dai reality shows: dunque esercitano una evidente attrazione per Itv. “Ciò di cui Itv ha bisogno è creare nuovi format e prodotti di intrattenimento che viaggino,” dice Sarah Symon, analista di Berenberg. Prevedere la performance delle content company è arduo perché il loro successo è legato a reazioni individuali e ai mutevoli gusti del consumatore.

All3media, un agglomerato di diverse compagnie di produzione assemblate col supporto di Permira, ha dovuto lottare per la crescita nonostante detenesse programmi affermati. La vendita di All3media a Discovery e Liberty ha generato per Permira un vantaggio inferiore alle attese (per il gruppo di private equity).

Liberty dovrebbe essere in grado di estrarre più valore dagli show di All3media incanalando le sottoscrizioni a telefoni e pacchetti a banda larga. Una strategia simile è stata portata avanti da BT che ha investito circa 2 miliardi di dollari sui diritti sportivi. Ma i campioni dell’intrattenimento in mano a All3media sono forti abbastanza per guidare la crescita dei clienti? Se una compagnia via cavo può anche comprare Endemol è ancora poco chiaro. La fusione proposta tra Core e Shine creerebbe una compagnia di produzione sostanzialmente indipendente, capace di negoziare con grandi emittenti e network Tv. Creerebbe anche una potenziale via d’uscita per Fox da Shine, comprata per 413 milioni di dollari dal suo fondatore, Elisabeth Murdoch, figlia di Rupert. Comunque, alla nascente compagnia non è detto sia garantita una crescita rapida. I ricavi di Shine sono aumentati in modo modesto, da circa 400milioni di £ nel 2010 a circa 500 milioni tre anni dopo. Core, d’altro canto, sembra essersi bloccata. Col declino del Grande Fratello, i profitti di Endemol sono scesi a circa un miliardo, sebbene un quarto di questo venga una crescente divisione dramma. Se una fusione o una vendita si dovesse verificare presto, la valutazione della compagnia sarà improbabile che si avvicini ai livelli del 2007.

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