ELEZIONI 2022

Campagna elettorale, la Lega presenta esposto contro Facebook

Un gruppo di parlamentari si appella ad Agcom: “La società di Zuckerberg sta arbitrariamente oscurando e inibendo la divulgazione di contenuti”. Un portavoce della filiale italiana all’Ansa: “Non riscontriamo problematiche, monitoriamo la situazione”. Si riapre l’annosa questione della par condicio

Pubblicato il 06 Set 2022

Enzo Lima

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Un gruppo di parlamentari della Lega ha presentato un esposto all’Agcom per chiedere” chiarimenti e interventi urgenti per sanzionare la condotta scorretta del gruppo Meta in campagna elettorale”.

L’esposto è a firma dei parlamentari della Lega, Armando Siri, Andrea Crippa, Luca Toccalini, Alberto Bagnai, Susanna Ceccardi, Claudio Borghi, Antonella Faggi, Giorgio Maria Bergesio, Umberto Fusco e Roberta Ferrero.

L’accusa: “Oscurati e inibiti contenuti del centrodestra”

“La società di Zuckerberg in Italia sta arbitrariamente oscurando e inibendo la divulgazione di contenuti delle pagine dei parlamentari della Lega e in generale di gruppi riferiti al Centrodestra – si legge nella nota divulgata dalla Lega che annuncia l’esposto -. A nulla sono valse le interlocuzioni delle ultime settimane con il Gruppo Meta nel tentativo di conoscere le ragioni di questa condotta fortemente pregiudizievole. L’azienda non ha fornito alcuna risposta né sul flusso organico della diffusione dei contenuti né sul blocco delle campagne pubblicitarie. Tutto ciò accade senza alcuna ragione o evidenza comunicata agli utenti, in un momento delicato come quello della campagna elettorale in cui dovrebbe prevalere più che mai il pluralismo della comunicazione”.

Un portavoce di Meta: “Non riscontriamo problematiche, monitoriamo la situazione”

“Siamo in contatto con i rappresentanti della Lega e ad oggi non abbiamo riscontrato elementi a supporto delle problematiche evidenziate. Continueremo a lavorare per monitorare la situazione da vicino”: è quanto riferisce un portavoce della filiale italiana all’Ansa.

La questione social network e par condicio

L’avvocato Fabio Pier Giorgio Criscuolo che ha elaborato il ricorso all’Agcom dei parlamentari della Lega ha dichiarato all’Ansa che “Facebook-Meta, Twitter, Google, TikTok sono oggettivamente editori digitali e le loro società operative in Italia sono tenute al rispetto delle stesse regole dell’informazione e della comunicazione seguite dalle agenzie stampa, dalle emittenti radio televisive, dai giornali online e tradizionali. Non basta utilizzare i codici Ateco diversi da quelli propri dell’editore per eludere le leggi italiane sull’informazione dove la definizione di editore e il ruolo di direttore responsabile sono chiari e acclarati”Siamo certi che l’Agcom, nel rilevarlo con una rapida verifica nell’interesse pubblico e generale, ponga in essere i provvedimenti per tutelare anche il diritto costituzionale della corretta informazione anche e soprattutto in campagna elettorale”.

Ma le cose non stanno “oggettivamente” così: formalmente nessuno dei social network si configura come editore e non a caso la normativa sulla par condicio in Italia non può essere applicata in tal senso. Nemmeno sul silenzio elettorale si può intervenire se non con “richiami” ai partiti e alle stesse piattaforme social – invitate a vigilare in nome della tutela dei cittadini – che spesso e volentieri non sono stati rispettati neanche in altre tornate elettorali.

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