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Canone Rai in bolletta, la “montagna” protesta: non vediamo la Tv

Sono 600mila i piemontesi che non vedono i canali Rai, in particolare il Tg regionale. L’Unione dei Comuni e comunità montane: “Destinare al potenziamento del segnale il maggior gettito garantito dal nuovo metodo di pagamento”

Pubblicato il 11 Ago 2016

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Seicentomila piemontesi non vedono i canali Rai. E’ l’allarme lanciato da Uncem, l’Unione nazionale Comuni e comunità montane. “In queste settimane – fa sapere l’ente – in cui le valli alpine e appenniniche sono meta di turisti in strutture turistico-ricettive e seconde case, Uncem sta ricevendo numerose segnalazioni di sindaci che registrano disservizi nella ricezione dei canali televisivi, a partire dal servizio pubblico”. Si dicono tanto più “arrabbiati” dal momento che a luglio, nella bolletta elettrica, è arrivata anche la prima tranche del canone. Le segnalazioni all’Uncem confermano i numeri già rilevati dal CoReCom del Piemonte e presentati a inizio marzo 2016 in Consiglio regionale: sulla base dei 368 Comuni che hanno risposto al questionario del Comitato regionale, per un totale di 1.205.328 abitanti, 149.064 non ricevono il segnale Rai, il 15%. 600mila piemontesi non vedono il TgR piemontese.

Oggi la Regione ha in mano una grande sfida, spiega Uncem, “unire i tre grandi fronti del divario digitale che sono tv, banda larga e telefonia mobile”. Il Piemonte ha 280 milioni di euro da investire su infrastrutture e servizi. “Sulla tv, con il digitale i problemi sono aumentati – spiega il presidente Uncem Lido Riba – Come la Rai misura il suo servizio garantito al 95% della popolazione non lo sappiamo. E chi sta fuori? Questa è una emergenza che deteriora i rapporti e i diritti di cittadinanza, con una enorme disparità. Non vogliamo solo protestare, ma lavorare con il Ministero dello Sviluppo economico e gli assessorati regionali per costruire la proposta. La tecnologia è alla base di qualsiasi sviluppo, come ci hanno scritto oltre 200 persone nel questionario sui servizi digitali diffuso da Uncem a inizio anno”.

Nel corso del 2016 sono state numerose le interrogazioni parlamentari, da parte di Senatori e Deputati piemontesi, per chiedere al Mise, alla Rai, con la sua collegata RaiWay, di investire una parte del gettito maggiore del canone inserito nella bolletta elettrica per potenziare i ripetitori nelle Terre Alte. Lo hanno chiesto anche 300 sindaci con specifici ordini del giorno. Dal Mise e da RaiWay non sono finora arrivate conferme alla disponibilità di lavoro in questa direzione. E la situazione peggiora. Facendo infuriare turisti e residenti che non riescono a vedere le gare delle Olimpiadi e le altre trasmissioni.

“Che il gettito maggiore ottenuto con l’inserimento dell’imposta per il possesso della tv nella bolletta elettrica sia destinato al potenziamento del segnale nelle Terre Alte, mi sembra un obiettivo necessario per un Paese moderno, con un servizio televisivo pubblico capace di raggiungere tutti i territori, tutti i cittadini – spiega Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem e presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna – Con il rinnovo del contratto di servizio, questo sviluppo e questa presenza capillare deve essere un fattore da prendere in considerazione, non certo residuale”.

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