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Cardani: “La Rai diventi una social television”

Il presidente Agcom: “La tv deve aggiornare la sua missione di servizio pubblico adattandola al nuovo contesto digitale”. E ammonisce: “Serve più trasparenza sulla contabilità”

Pubblicato il 16 Ott 2013

Federica Meta

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Serve aggiornare la missione di servizio pubblico della al nuovo contesto digitale. Lo ha detto il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, nel corso della sua audizione in commissione di vigilanza sul servizio pubblico.

“La crescente varietà delle opzioni di cui dispongono i consumatori per avere accesso ai contenuti media ha generato il moltiplicarsi dei servizi audiovisivi offerti e la frammentazione dei fruitori – spiega Cardani – La flessibilità delle nuove tecnologie consente infine una maggiore partecipazione dei consumatori: il modello tradizionale di consumo passivo si è trasformato in partecipazione e controllo attivi sui contenuti da parte dei consumatori”.

In questo contesto non vengono meno la natura e gli obiettivi di servizio pubblico “in quanto rimane la necessità di mantenere una sfera pubblica della televisione per assicurare a tutti gli utenti l’accessibilità in condizioni di uguaglianza ad un insieme minimo di servizi, sia attraverso obblighi di copertura della propria piattaforma, sia attraverso la diffusione su altre piattaforme, garantendo la copertura integrale della popolazione”.

Altro aspetto sottolineato dal presidente dell’Authority garante nelle comunicazioni è quello relativo al “dialogo” tra la Rai e i cittadini, attraverso una “piattaforma di ‘social television’ per suggerimenti e critiche rispetto ai programmi e nel proporre indicazioni riferite alla qualità dell’offerta” televisiva. La relazione di Cardani insiste dunque molto nell’esigenza di stabilire questo dialogo tra azienda di servizio pubblico e utenti, come pure insiste sulla tutela delle fasce di utenti con disabilità perchè anche ad loro sia garantita la massima opportunità di accesso ai programmi.

Cardani ha inoltre sottolineato come nel nuovo contratto di servizio 2013-2015 serva maggiore “trasparenza” ed anche “pubblicità” sulla contabilità della Rai. Cardani sollecita che l’azienda evidenzi i costi dei programmi, ovvero spieghi e renda evidente al pubblico di telespettatori se essi siano finanziati con il canone.

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