IL REPORT

Fake News, l’informazione “virale” mette sotto scacco la buona comunicazione

I dati del secondo rapporto annuale Censis – Ital Communications. Il 45,5% degli italiani si rivolge a fonti informali, e in questi ambienti che si producono e diffondono notizie false attraverso post, like e condivisioni

Pubblicato il 15 Lug 2022

A. S.

fake news

E’ la “viralità” delle notizie che circolano in rete la dinamica che consente a questi contenuti informativi si avere la meglio sulla realtà e sulle fonti più attendibili. A certificarlo è il secondo rapporto annuale Censis-Ital Communications, che ha preso in esme ciò che è successo nell’ultimo periodo in concomitanza con l’emergenza sanitaria e con la guerra in Ucraina.

Dallo studio emerge che il susseguirsi delle emergenze ha generato una più intensa domanda di informazione: il 97,3% degli italiani nell’ultimo anno ha cercato notizie su tutte le fonti disponibili, off e online, e 41 milioni di italiani si sono informati sui media tradizionali. Contemporaneamente, nel biennio 2019-2021, gli utenti del web sono aumentati di 4,2 punti percentuali e sono l’83,5% della popolazione. Oltre sette milioni di italiani hanno costruito un palinsesto informativo fatto solo di media online, siti web e social media. L’83,4% del campione afferma che negli ultimi due anni si è imbattuto in notizie false sulla pandemia e il 66,1% in fake news sulla guerra. Il 64,2% degli italiani, poi,  ritiene che durante l’emergenza sia stata privilegiata la spettacolarizzazione e la voglia di fare audience piuttosto che un’informazione corretta. Ne consegue che il 45,5% del campione si rivolge a fonti informali, che sono anche gli ambienti in cui si producono e diffondono notizie false attraverso post, like e condivisioni.

“Con il Covid prima, con la guerra poi, web e social sono entrati a pieno titolo all’interno dell’ecosistema dell’informazione, e ci resteranno anche nel futuro – afferma Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis – I professionisti dell’Informazione devono prenderne atto e cercare i modi per influenzare positivamente il web, che è e deve rimanere uno strumento di libertà e di democratizzazione”.

Per il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, bisogna “lavorare tutti insieme, istituzioni e testate giornalistiche, con il fine di certificare le fonti ed offrire al cittadino delle informazioni serie e corrette per evitare il diffondersi di ‘fake news’. Il servizio pubblico dovrebbe essere l’attore principale, considerato che svolge un ruolo fondamentale. In tal senso, gli opinionisti e gli esperti coinvolti nei salotti televisivi devono essere preparati e garantire informazioni di qualità per non generare confusione comunicativa”.

“L’informazione va difesa in quanto rappresenta un interesse nazionale, ma non va indirizzata. In tal senso – conclude Giuseppe Moles, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria e all’Informazione – l’impegno del Governo è quello di sostenere l’intera filiera per rispondere alle sfide di un mondo che è profondamente cambiato. Si può contrastare la disinformazione solo attraverso la collaborazione di tutti gli attori del sistema a partire da famiglie, scuole e istituzioni”.

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