L'EVENTO GOOGLE

Giacomelli: “Per regolamentazione Internet serve una via italiana”

“Il metodo tedesco ci convince poco” sottolinea il sottosegretario alle Comunicazioni in riferimento alla nuova legge sulle fake news che impone multe milionarie per i giganti del web. “Con OTT fatti passi in avanti”

Pubblicato il 06 Lug 2017

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“C’è una relazione da creare tra mondo dell’innovazione, dove protagonisti sono i giganti della Rete, e il mondo tradizionale. Noi vogliamo mantenere un ruolo importante nella governance di Internet, nella consapevolezza di quanto il web sia destinato a cambiare la vita associata, produttiva, culturale, imprenditoriale del nostro tempo. Ma siamo contrari all’adozione di metodi di contrapposizione, meramente muscolari per la risoluzione dei problemi. Servono soluzioni condivise e l’accordo raggiunto in italia sulla privacy a livello europeo segna il passo”. Questo il messaggio lanciato da Antonello Giacomelli, Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, intervenuto oggi a Roma durante l’evento di presentazione “Digitali e Responsabili”, l’iniziativa lanciata da Google con il patrocinio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e del Garante per la Protezione dei dati personali, e con la partecipazione di Polizia Postale e Altroconsumo, per promuovere un dibattito informato sull’importanza dell’ utilizzo responsabile del web.

Giacomelli ha sottolineato come la via italiana alla regolamentazione di Internet sia improntata al dialogo e non alla mera repressione. “Questo è il sentiero”, ha puntualizzato, “Il metodo tedesco ci convince poco”, ha detto Giacomelli alludendo alla nuova legge sulle fake news che prevede multe milionarie per i giganti del web”. Insomma, le regole per tutelare i diritti delle persone anche in Rete vanno ripensate ma in un’ottica di collaborazione con i Big dell’Ict. “Noi da sempre abbiamo un rapporto preferenziale con gli operatori telefonici e non con gli Over the Top. Ma sono convinto che in Italia negli ultimi tempi ci siano stati dei passi avanti in questo senso. Penso ad esempio all’accordo tra Google e Fieg”.

Infine un riferimento al piano nazionale per la banda ultralarga del Governo. “A inizio mandato abbiamo fotografato un ritardo drammatico dell’Italia sul digitale, così abbiamo fatto un piano nazionale, perché prima c’erano solo piani regionali.

Se la logica d’intervento fosse stata esclusivamente privata, solo le grande città italiana avrebbero avuto opportunità di connettività e si sarebbe creato un paese a due velocità, con 7.300 comuni italiani tagliati fuori dall’accesso alla rete ultraveloce. L’idea di assumere un piano nazionale come prioritaria è stata una svolta che ci consente di guardare con fiducia al futuro. L’Italia nel 2020 sarà in linea con gli obiettivi europei e avrà scalato la classifica”.

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