Google affosserà i giornali? Oppure il motore di ricerca è
interessato ad entrare nel business della carta stampata? A
rispondere a queste domande che tengono banco ormai da mesi, lo
stesso Ceo dell’azienda di Mountian View, in un’intervista
rilasciata a FT.com, il sito del Financial Times. Eric Schmidt ha
ammesso l’interesse di Google ad acquistare quote dei giornali
non tanto per “attraversare il confine tra tecnologia e contenuti
– specifica il Ceo – quanto per focalizzare risorse sulla
pubblicità”. Quello che ha in mente Schmidt è di lavorare in
stretta collaborazione con i pubblicitari che lavorano nelle grandi
testate giornalistiche “al fine di implementare le piattaforme di
micropagamento e di sottoscrizione e, conseguentemente, di
aumentare i ricavi della pubblicità online”. Anche se “il
sistema funzionerebbe di più per le notizie specialistiche, come
quelle finanziarie”.
A supportare la tesi del numero uno di Google, il successo del sito
del Wall Street Journal – ad oggi conta un milione di abbonati –
che “cripta” i contenuti di nicchia. E il fallimento delle
iniziative dei giornali generalisti. Dieci anni fa, ad esempio, il
New York Times lanciò l’accesso a pagamento dei propri archivi e
poi mise a punto un’offerta premium di contenuti Web
acquistabili con carta di credito. In entrambi i casi il Nyt fu
costretto a fare un passo indietro. D’altronde questo tipo di
stampa deve vedersela con Google News.
E proprio su Google News si soffermano le riflessioni di Schmidt.
“Molto media ci accusano di fare profitti con notizie elaborate
dal atri- conclude il Ceo -. Al di là delle divergenze credo sia
fondamentale rafforzare le partnership con le imprese del settore e
lavorare sul revenue sharing”. In questo senso Google ha già
avviato trattative con il Washigton Post per la creazione di nuove
pagine Web di notizie nonché di una piattaforma di strumenti
tecnologici per lettori e giornalisti.