OLTRE IL GIARDINO

Internet & televisione, universi paralleli

La Rete non può più essere considerata soltanto una minaccia dai broadcaster, ma una chance per crescere

Pubblicato il 05 Mar 2012

Augusto Preta, consulente strategico e Ceo di IT Media Consulting

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La teoria degli universi paralleli di George Adams (vedi Guardian 15/01/12)è forse la migliore chiave di lettura per spiegare come le persone usano la Tv. Mentre chi lo fa via Internet accede alla prima ogni giorno, in misura crescente, ma poi rimane solo 15 minuti, la visione della Tv tradizionale, all’opposto, è di circa 4 ore al giorno e non sembra ridursi nel tempo. Inoltre, la loro sostituibilità si prevede quasi impercettibile nei prossimi 2 anni (vedi grafico). Su queste basi, i broadcaster possono continuare a dormire sonni tranquilli?

Il grande problema degli universi paralleli è che si arriva a un punto in cui si intersecano e a quel punto la metafora impone che Internet diventi una seria minaccia per il settore Tv. E il punto arriva, seguendo Adams, a 42, che è il numero magico ricorrente (la risposta alla vita, all’universo e a qualunque cosa). 42 è anche il numero di ore che una persona dedica al tempo libero ogni settimana, al netto del tempo necessario per lavorare, mangiare e dormire. L’attenzione è la vera risorsa scarsa e la concorrenza per catturare le 42 ore della nostra attenzione è diventata molto più agguerrita ed è per di più anche a somma zero. Oggi chi utilizza contenuti audiovisivi può accedervi da un numero crescente di offerte (da 13 a 19 servizi Vod secondo l’Ofcom dal 2006 al 2010). Inoltre nell’arena hanno fatto il loro ingresso operatori di peso, con ingenti risorse economiche e di cash flow. Fornitori di apparati (Samsung, Sony), motori di ricerca (Google), social network (Facebook), IT companies (Microsoft, Apple), telcos (Telecom Italia e Fastweb), online media retailers (Amazon, Netflix) sono entrati con decisione nel settore e intendono acquisire una posizione di forza, annunciando nuove ambiziose offerte (Google Tv, Apple Tv).

Dati gli attori che si confrontano, ci vuole poco per capire che il livello della competizione, anche per i broadcaster, si sia spostato sul terreno di Internet. D’altra parte anche nella più rassicurante Tv lineare, essi attualmente non godono di ottima salute. Hanno registrato una consistente riduzione della pubblicità e una crescita sempre più ridotta della pay. In questo senso Internet non può essere più considerato solo una minaccia, ma un’opportunità anche per ridurre la frammentazione dell’audience e accrescere la possibilità di raggiungere, su più apparati e piattaforme, un maggior numero di telespettatori, inclusi i giovani, che hanno abbandonato la Tv tradizionale. La rapidità del cambiamento dipenderà da molti fattori, ma in tutti i casi, guidato o subìto, questo sarà inevitabile. E se l’impatto non appare rilevante ora, certamente dalle decisioni attuali dipenderà il ruolo che i broadcaster potranno giocare in futuro. È fondamentale in primo luogo capire se i nuovi attori sono solo competitor o partner strategici nel processo di riposizionamento e di rimescolamento dei rapporti di forza che investe l’intero settore.

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