Istituto Toniolo: per gli under29 Web “affidabile” ma non “autorevole”

L’80% dei giovani accede all’informazione via Internet. Ma considera blog e social media poco incisivi nell’orientamento dell’opinione pubblica

Pubblicato il 28 Gen 2013

Non è vero che i giovani sono indifferenti rispetto all’attualità: semmai non si avvalgono delle stesse fonti di informazione dei loro genitori. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto Giovani pubblicato dall’Istituto Toniolo: grazie alla connessione adsl e – sempre di più – agli smartphone, il web sorpassa la televisione e la carta stampata nelle preferenze dei ragazzi alla ricerca di notizie.

Il campione intervistato, 9mila ragazzi dai 18 ai 29 anni, è cresciuto con la tecnologia (computer e cellulari) al proprio fianco e ha vissuto di persona la nascita del fenomeno “social network”. Questi mezzi hanno consentito loro, secondo quanto emerge dal sondaggio, di personalizzare la fruizione delle notizie, al contrario di quanto accade con la televisione, seguita principalmente nei momenti in cui la famiglia si riunisce.

Il dato più interessante della ricerca si ottiene restringendo l’attenzione sulla porzione del campione compresa fra i 25 e i 29 anni. Si tratta, infatti, di soggetti dalle abitudini ormai consolidate e avvezzi alla consultazione di testate giornalistiche anche più volte al giorno. È proprio in questo segmento che internet riscuote il maggior successo: otto ragazzi su 10 affermano di usarlo come canale principale per informarsi (la percentuale ammonta al 68% se si considera l’intero campione, ndr).

L’utilizzo dei canali digitali è inoltre più diffuso nelle classi sociali più alte e più istruite, mentre decresce nelle fasce della popolazione che dispongono di minori risorse e accedono difficilmente al mondo universitario. È significativo, da questo punto di vista, che la lettura di quotidiani online avvenga principalmente attraverso dispositivi di telefonia mobile mediamente o molto costosi.

I principali pregi riconosciuti dagli under 30 all’informazione sul web sono la maggiore affidabilità rispetto alla tv (soprattutto se confrontata con i talk show politici, secondo gli intervistati) e la possibilità di interagire con gli autori degli articoli, anche grazie alle connessioni “social” tipiche del web 2.0, pienamente sfruttate dal 73,5% del campione.

Tuttavia, è scarsa la fiducia che i ragazzi ripongono nella capacità di cambiamento sociale proveniente dalla rete. Gli stessi social network, insieme ai blog, sono considerati poco incisivi e spesso poco autorevoli e, in definitiva, inefficaci per aumentare la partecipazione ai dibattiti pubblici. Gli unici siti affidabili sono quelli più “istituzionali”, come quelli dei grandi quotidiani, perché secondo gli intervistati sarebbero in grado di controllare meglio la veridicità delle notizie. In più, la loro fama consente loro – stando agli under 30 – di essere determinanti nel definire l’orientamento dell’opinione pubblica. Viva il web, quindi, ma non in modo acritico.

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