IL REPORT

IT Media Consulting: pay tv regina del mercato

Pubblichiamo in anteprima il report annuale sul panorama televisivo nel Vecchio Continente, che nel 2011 ha raggiunto 94,3 miliardi (+2,7%). Augusto Preta: “Il settore tiene nonostante la crisi”

Pubblicato il 07 Set 2012

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Pur risentendo della crisi, l’industria televisiva dell’Europa a 15, compresa Norvegia e Svizzera, ha raggiunto 94,3 miliardi di euro, crescendo del 2,7%. Un incremento incoraggiante, per quanto inferiore al +5,6% registrato nel 2010. Lo rende noto il Rapporto annuale di IT Media Consulting sullo stato dell’arte del settore tv “Turning Digital: Seamless Television”, in uscita il 18 settembre e visionato in anteprima dal Corriere delle Comunicazioni.

“I ricavi netti da pubblicità in Europa sono stati, nel 2011 di 32,1 miliardi di euro, in leggero calo dello 0,9% rispetto all’anno precedente”, dice Augusto Preta, consulente strategico e Ceo di IT Media Consulting. Nel 2012 una grossa spinta è stata data dai grandi eventi sportivi dell’estate (Europei e Olimpiadi di Londra).

Nel panorama globale, la pay TV continua il suo percorso di crescita, pur rallentando rispetto all’anno precedente. L’aumento del 5,7%, a 41,4 miliardi di euro, rappresenta ancora una prestazione eccezionale in un contesto altrimenti stagnante.

Negli ultimi anni, la moltiplicazione delle piattaforme di distribuzione ha attratto nuovi attori nel mercato TV e portato un significativo aumento del numero di canali. La TV, prosegue il rapporto, ha ancora molte possibilità di richiamare un vasto pubblico, in modo non convenzionale, attraendo consumatori con differenti gusti e abitudini di fruizione e persino con vari livelli di budget.

Di conseguenza, il Multichannel cresce, e nel 2011 rappresenta quasi la metà del fatturato totale del mercato (48%), rispetto al 45% nel 2010. Grazie ad un aumento costante e robusto ha toccato, nel 2011, il valore di 46 miliardi di euro.

Continuano a crescere le famiglie che guardano la TV digitale: nel 2011 quasi l’89% delle abitazioni possedeva una televisione con infrastruttura digitale (satellite, cavo, terrestre o IpTv). A seguito di un aumento di circa 12 milioni di famiglie, quasi 160 milioni di abitazioni televisive in Europa Occidentale sono passate al digitale.

Circa il 95% delle abitazioni satellitari è passata al digitale, mentre il cavo, in forte ritardo, è fermo al 42%. Il cavo richiede ancora notevoli investimenti in tecnologia, ma a questi, secondo il rapporto, vanno aggiunte anche le risorse necessarie per i contenuti e per l’informazione ai consumatori.

Guardando alle famiglie digitali in Europa Occidentale, nel complesso la televisione digitale terrestre è ancora la prima piattaforma di distribuzione. Circa il 40% delle abitazioni digitali, ovvero 60 milioni di famiglie, guarda la TV utilizzando questa infrastruttura, il 5%, ovvero 3 milioni di abitazioni in più, rispetto al 2010.

L’IpTv ha mostrato una crescita rilevante: con un aumento del 26% viene utilizzata in 3 milioni di nuove abitazioni, totalizzando, a fine 2011, 15 milioni di famiglie, ovvero il 10% del totale mercato digitale. Il mercato più significativo rimane la Francia, con 7 milioni di abitazioni IpTv.

La TV ad alta definizione ha dato un grosso contributo al successo del digitale, guadagnando sempre più popolarità ed ha trovato il suo posto nel mercato di massa.

Il rapporto tra video online e televisione è molto dibattuto tra chi sostiene che la TV online rappresenti una minaccia per l’industria tradizionale e chi, al contrario, ritiene che la TV è ancora fondamentale per il futuro dei media.

Mentre molti dati dimostrano che un numero crescente di spettatori si sta spostando dalla TV di tipo broadcast ai video online ad-supported, sono in molti a ritenere che la TV tradizionale continuerà a svolgere un ruolo importante nel modo in cui fruiamo dei contenuti video.

I dati, secondo IT Media Consulting, si prestano a varie interpretazioni: se la gente guarda la TV più a lungo, è anche vero, allo stesso tempo, che sempre più persone guardano video su Internet.
D’altra parte, fino ad ora non è emerso alcun modello di business chiaro per questi nuovi servizi, e c’è chi sostiene che il video online non sia ancora praticabile, in un mercato affollato in cui gli operatori storici cercano di mantenere il loro primato, la pirateria distrugge il valore dei contenuti protetti da copyright e le telco e i fornitori di servizi Internet si sono spostati dal loro tradizionale ruolo passivo ad uno in cui offrono diversi livelli di distribuzione.

Questa discussione sulla contrapposizione tra TV e video online può risultare antiquata, dal momento che i confini tra i due mondi sono sempre più sfumati. Quasi tutti i programmi televisivi possono ormai essere visti in rete. YouTube e altri aggregatori sono ormai accessibili attraverso TiVo e altri set-top box mentre sempre più televisori sono collegati direttamente ad Internet per accedere a nuove forme di contenuti e interattività.

Se non è più un segreto che l’online sta cambiando la TV, è ancor vero che la fruizione della TV tradizionale ricoprirà ancora un ruolo importante in futuro. Mediamente gli utenti trascorrono due minuti a guardare video online. Il futuro della TV è dunque interattivo e Internet sta spingendo le vecchie piattaforme televisive ad adeguarsi.

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